Cronaca

Ladri in trasferta da Napoli in Spagna, rubavano Rolex ad anziani: 4 arresti

Il gruppo si spostava dal Napoletano alla Spagna, le vittime erano scelte tra i turisti anziani dalle complici

Una banda di ladri si sono trasferiti da Napoli in Spagna per rubare dei Rolex agli anziani turisti. Le vittime erano scelti da alcune complici, che riuscivano a capire quali erano le migliori vittime.

Ladri in trasferta da Napoli in Spagna, rubavano Rolex ad anziani

A trovare le vittime ci pensavano le donne, che senza destare troppi sospetti squadravano i turisti. Poi partiva la segnalazione al complice, che si occupava materialmente del furto. E, una volta strappato l’orologio, complici ed esecutori abbandonavano subito la città. Modus operandi ricostruito dalle autorità spagnole che, col supporto della Squadra Mobile di Napoli, hanno identificato i componenti di una banda di rapinarolex in trasferta in Spagna: quattro di loro sono stati arrestati (tre di questi sono finiti in carcere), per altri sei è stato spiccato un mandato di arresto europeo.

I componenti del gruppo, hanno ricostruito gli inquirenti, si spostavano da Napoli e dalla provincia in gruppi da tre o quattro persone e raggiungevano, in estate, le località turistiche più famose, come Marbella, Madrid, Barcellona, Ibiza e Palma di Maiorca; proprio di un furto in quest’ultima città è accusato Vincenzo Esposito, il 34enne dell’Arenaccia bloccato sabato dalla Mobile di Napoli: avrebbe rapinato un Rolex dal valore di circa 50mila euro nello scorso luglio.

La scelta delle vittime

Il gruppo sceglieva come vittime per lo più anziani, che avrebbero avuto maggiori difficoltà sia a reagire all’aggressione sia, successivamente, a riconoscere il responsabile. E non si faceva scrupolo di ricorrere alla violenza: in diversi casi la vittima è stata strattonata, fatta cadere e picchiata.

Anche per l’esecuzione i componenti della banda prendevano diverse contromisure: utilizzavano documenti falsi sia per il soggiorno negli hotel sia per noleggiare i veicoli, e durante i colpi si coprivano il viso con caschi da moto, cappellini o maschere per ostacolare l’identificazione anche tramite le telecamere di videosorveglianza; agivano con un complice che li attendeva in motocicletta e col quale fuggivano sfrecciando a folle velocità tra i passanti. La refurtiva veniva subito nascosta grazie all’aiuto di altri complici e, subito dopo, il gruppo lasciava la città.

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