Economia

Lavorare di comune accordo per garantire la tutela del gioco legale

NAPOLI. “Posso dire che da parte nostra, dell’Agenzia Dogane e Monopoli, c’è la volontà di continuare a lavorare insieme, ognuno con il proprio ruolo. Il compito dell’Agenzia è di gestire, controllare e garantire la legalità nel mercato del gioco, così come dei tabacchi e dei settori particolarmente sensibili per lo Stato. Non siamo certo noi a stabilire gli indirizzi politici, che invece appartengono al Governo e al Parlamento. L’Agenzia ha il compito di eseguire e garantire la piena attuazione delle decisioni che vengono prese da Governo e Parlamento. Certo, noi contribuiamo con le nostre competenze e con suggerimenti tecnici che diamo al Governo”, ha chiosato il Direttore di ADM durante il suo intervento.

Riferendosi al problema ludopatia Kessler ha sottolineato che i tre settori più a rischio sono slot machine, vlt e scommesse virtuali ed ha ribadito come l’Agenzia delle Dogane si sia impegnata in questi anni in studi, dati, analisi con l’obiettivo di mettere in luce in maniera più efficace la possibile la realtà del comparto dei giochi italiano – il secondo mercato mondiale a livello di slot machine e vlt – e del fenomeno dipendenza.

Questo Governo ha espresso fin dai suoi primi giorni di vita come priorità la lotta alla dipendenza da gioco. E ne ha fatto una sua bandiera politica tanto che è stato oggetto del suo primo atto ufficiale. Tema non nuovo, che era anche già del precedente Governo e oggetto di molte attività politiche. Ora, non è che non ci siano ragioni per questo indirizzo politico. Noi, come Adm, abbiamo commissionato all’Istituto superiore della Sanità la più grande ricerca sul fenomeno del gioco sull’intera popolazione”.

L’impegno di ADM nella lotta alla dipendenza

Dallo studio sul fenomeno del gioco e le attitudini dei giocatori è emerso che i giocatori ritenuti problematici sono circa 1,4 milioni mentre un altro 1,5 milione di giocatori risultano a rischio. Un’altra osservazione emersa dallo studio è la prevalenza di giocate su Awp, oltre il 50 percento, sulle Vlt circa il 33 percento e poi sulle scommesse virtuali circa l’11%, i tre settori in cui giocano coloro che l’Iss definisce giocatori problematici. Nell’ultimo anno il 36% ha giocato almeno una volta. Un uomo su due, una donna su tre. Parlando di gioco problematico, tra i 18,5 milioni di italiani, 1,5 milioni vengono definiti giocatori problematici. 1,4 milioni a rischio moderato. “Non vuol dire ludopatici ma se sono problematici bisogna pure tenerne conto”, ha ribadito Kessler illustrando i risultati della ricerca.
Oltre a ricerche e studi, a contrasto del gioco problematico, Kessler ricorda l’introduzione del registro dell’autoesclusione, la riduzione delle awp e la stretta sulla pubblicità del decreto Balduzzi.

Tuttavia”, spiega, “l’indirizzo del Governo e del Parlamento è che oggi bisogna fare qualcosa di più. E si può fare ancora molto insieme seguendo gli indirizzi politici, su due temi che chiamerei del gioco sicuro e della lotta all’illegalità. Sul gioco sicuro, ovvero la lotta alle dipendenze da gioco, la direzione in cui si deve andare credo che sia un intervento di qualche tipo sui giochi che anche da questi dati emergono come quelli più a rischio. E questo significa che ci vuole una politica nazionale, e non una decisione presa in campo regionale. Non ci si può preoccupare di più dei giocatori di una regione e dare meno attenzione a quelli di un’altra regione. Ogni intervento dello Stato deve avere, com’è noto, una copertura finanziaria. Le Regioni non hanno questo obbligo. Per cui intervengono con conseguenze sulla contabilità nazionale senza doverne rispondere”.

Le AWP rappresentano il segmento con maggior rischio.

Kessler ribadisce la necessità di intervenire sulle AWP  che costituiscono un maggiore rischio anche per i minori e propone di applicare al segmento le stesse regole del gioco online, che impone ai giocatori di identificarsi, escludendo in tal modo i minori.

Su questo l’agenzia è, ovviamente, pronta a collaborare. Certo, non dobbiamo solo regolamentare il gioco legale ma dobbiamo anche contrastare il gioco illegale. Quindi, si dovranno mettere in campo una serie di strumenti che già dalla fine di quest’anno, con la riorganizzazione dell’Agenzia, sinergizza le capacità analitiche che abbiamo nella nostra organizzazione. E avremo anche più personale per effettuare i controlli. Si sta pensando anche a una politica sanzionatoria diversa, che sia più efficace. Ma il gioco illegale non è solo quello alternativo al gioco legale. Ci sono sale perfettamente legali che offrono anche giochi illegali. Come i totem nelle sale giochi dove ci sono anche le slot machine autorizzate. Su questo fenomeno dovremo intensificare i controlli, ma sicuramente tocca anche a voi operatori fare pressione perché nella filiera non si infiltrino soggetti che rischiano di screditare l’intero settore”.

Sull’ inefficacia dei distanziometri

Credo proprio che il distanziometro non serve perché dall’indagine dell’Iss è venuto fuori che il giocatore problematico desidera andare a giocare lontano da casa, proprio perché non gli piace farsi vedere”, ha ribadito il Direttore Adm.

Kessler considera che si tratta di uno strumento che non tutela i giocatori problematici, anzi rischia di sortire l’effetto contrario considerando “che i giocatori a rischio tendono ad allontanarsi il più possibile da casa per non farsi vedere. Quindi sono già ben disposti a spostarsi. Diverso è invece pensare a un’offerta di gioco che sia completamente inaccessibile ai minori e dove sia possibile inibire l’accesso ai giocatori patologici in seguito all’identificazione”.

Per raggiungere questi obiettivi bisogna però lavorare tutti in un’unica direzione ma certo bisogna tenere in piedi il presidio dell’offerta legale ed evitare di lasciare aperte autostrade al gioco illegale che vanificherebbero ogni sforzo”, ha concluso.

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