Cronaca

Affetta da una malattia autoimmune e costretta a pagare una risonanza da 600 euro: “Disponibilità immediata solo a pagamento”

La Sanità in Campania attraverso gli occhi di chi combatte con i costi sempre più proibitivi

Una donna affetta da una malattia autoimmune è costretta a pagare una risonanza magnetica con codice d’urgenza più di 600 euro. Potrebbe essere la storia di qualunque malato in Campania. Una risonanza magnetica con codice d’urgenza, a cui dovrà necessariamente sottoporsi tra pochi giorni, che le costerà privatamente oltre 600 euro nella stessa struttura convenzionata dove da tempo si reca per le cure e pagando ogni volta un ticket da 36 euro. Questa volta, però, non può scegliere di fare la solita trafila perché il pericolo per la salute incombe nuovamente. Dunque, non le resta che pagare l’enorme cifra peraltro prestatagli amorevolmente da una zia.

La storia è stata raccontata da InterNapoli.it, che in esclusiva e nel pieno rispetto della privacy e della dignità della persona coinvolta, porta a galla i gravi problemi e le difficoltà che devono affrontare i più fragili.

La storia: affetta da una malattia autoimmune e costretta a pagare una risonanza d’urgenza

Protagonista dell’ennesimo caso che lascia interdetti è Gabriella (nome di fantasia ndr.) residente del territorio napoletano. La donna, di giovane età, da diversi anni combatte contro una encefalomielite acuta disseminata (Adem) malattia infiammatoria autoimmune che colpisce midollo spinale e cervello. All’inizio per Gabriella è davvero l’inferno: non riesce ad espletare in modo naturale le funzioni fisiologiche del corpo, convive con grosse difficoltà neurologiche e di movimento con un braccio completamente bloccatosi a lungo prima del ritorno alla sua funzionalità.

Dopo qualche anno di convivenza con la malattia, si manifestano già le prime avvisaglie del proibitivo esborso economico a cui si è costretti a far fronte in Campania per sperare di stare bene o guarire. Gabriella deve sottoporsi a un intervento per l’inserimento di un neuromodulatore sacrale, necessario per espletare le funzioni corporali. Ma nelle strutture della nostra regione un’operazione del genere sarebbe costata 12.000 euro e Gabriella è costretta a optare per il campus biomedico di Roma.

In questi anni la donna, tenacemente, riesce a migliorare grazie anche al sostegno dei medici dell’ambulatorio del Cardarelli dove c’è il Centro di Sclerosi Multipla. “Lì ho trovato tante eccellenze, i dottori mi hanno aiutato in modo impeccabile salvandomi la vita. Ciò significa che professionisti di valore ci sono qui, ma è il sistema sanitario che lascia complessivamente a desiderare” ci dice Gabriella.

La risonanza d’oro

Dopo altri consulti e visite, a Gabriella viene detto che siccome c’è una nuova mutazione delle sue condizioni di salute, la nuova risonanza è da fare nel più breve tempo possibile. “Mi sono subito attivata perchè i medici mi hanno detto che non c’era tempo da perdere – il racconto della giovane – e non avrei potuto aspettare l’inizio del 2023 come all’inizio si era ipotizzato. Ho così chiesto a una struttura sanitaria delle nostre parti ma ho dovuto desistere”.

Motivo? “Se avessi dovuto fare la risonanza convenzionata e pagare il ticket, che di solito costa 36 euro, avrei dovuto aspettare metà ottobre perché prima non ci sarebbe stato un tecnico specializzato capace di utilizzare il macchinario necessario per la risonanza”. L’alternativa? “Farla privatamente a fine agosto ad un costo superiore ai 200 euro. Ma aspettare tre settimane per me è comunque tanto visto quanto detto dagli specialisti” dice Gabriella.

La ricerca continua e Gabriella si rivolge a un centro diagnostico sempre del territorio che già frequenta per alcune le cure. Un’opzione che alla donna può andare bene visto che conosce il contesto, ma questa volta c’è il retrogusto amaro. “La disponibilità immediata c’era, ma anche qui solo privatamente. Ho dovuto accettare per forza e sarò costretta a pagare ben 612 euro”. E perché non farlo convenzionato? “Per la stessa ragione di prima: mi è stato detto che avrei dovuto attendere sempre la metà d’ottobre e non mi è possibile. Per questo motivo fra pochi giorni mi sobbarcherò questa spesa spropositata, non posso fare altrimenti”.

Il sacrificio della zia

Ma Gabriella o la sua famiglia posso pagare i 612 euro? “No – risponde la donna – io attualmente non posso lavorare perchè sto prendendo il cortisone e resto a casa per precauzione. Mio padre è un dipendente pubblico e guadagna ogni mese 1200 euro con cui accudisce un nucleo familiare di 5 persone. In pratica, la risonanza costa metà stipendio mensile di mio padre”. Ma il sostegno, arriva comunque dalla famiglia. “Una mia adorata zia, sapendo delle difficoltà, mi ha immediatamente supportato e si accollerà le spese per la risonanza a cui sto per sottopormi. Se non fosse intervenuta lei, non so come avrei fatto e soprattutto che risvolti per la mia salute avrei avuto”.

Gabriella non ci sta, è adirata in attesa della risonanza dei prossimi giorni. “Si tratta di una cosa assurda, ho un sentimento di forte rabbia. Qui si investe sul bonus monopattino, su quello per la tv ma non sulla sanità pubblica nonostante tanti bravi dottori, specialistici, medici, infermieri. Il mio caso è simile a quello di tanti altri e anzi c’è pure chi sta peggio di me. Fra poco in Campania e in Italia la sanità diventerà sempre più privata come in America con la differenza però che sempre meno gente si potrà curare mentre altri si arricchiscono. Mi chiedo come sia possibile essere arrivati a questo punto”.

Gabriella lotta come fa da oltre un lustro rispondendo bene alle cure per sconfiggere l’encefalomielite acuta disseminata ma, suo malgrado, si fa portavoce di un disagio per migliaia di cittadini costretti a portare il macigno delle storture della sanità, diritto sancito dalla Costituzione.

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