Cronaca

Morta Gianna la contrabbandiera del centro storico di Napoli: è stata celebrata da Pino Daniele

Se n'è andata in solitudine, il suo corpo ritrovato solo pochi giorni dopo nel suo appartamento nel Cavone

Napoli e il popolo di tabagisti piange per la morte improvvisa di Gianna, la storica contrabbandiera trans che vendeva le sue sigarette a qualunque ora del giorno e della notte. Per gli appassionati di aneddoti sulla musica una croce e delizia: si dice fosse lei il “buono guaglione” del brano di Pino Daniele, a cui seguiva un altro epiteto di natura non inclusiva che qui non verrà riportato ma che all’epoca si poteva usare, persino in un brano destinato a entrare nella storia. Anche se non si capisce bene se amasse o meno questa attribuzione, a volte era lei a riferirla, altre prendeva a male parole l’appassionato di musica.

Morta Gianna la contrabbandiera di Napoli

Per i frequentatori di piazza Bellini e dintorni era uno dei personaggi fissi del presepe locale, una figura di famiglia nella movida partenopea, dolce con chi voleva e scorbutica se le girava così: la sua riapparizione dopo la pandemia fu un simbolo plastico del fatto che si era tornati a uscire.

Per tutti, era la Signora. Se n’è andata Gianna, al secolo Gianni, contrabbandiera del centro molto conosciuta e amata. Vendeva sigarette che comprava in tabaccheria ritoccando di poco il prezzo, sì, faceva un mestiere illegale – tra le ultime a continuare una tradizione “napoletana troppo napoletana”, ormai quasi estinta – ma solo per recuperare un po’ di sussistenza, quella che una vita difficile le aveva evidentemente negato.

Chi era Gianna

Figlia di un maresciallo che fu il primo a metterla nei guai per aver cambiato sesso, addirittura a ordinarne il primo arresto. In galera ci finì più volte: prostituta e attivista, fu tra le prime a lottare per i diritti di omosessuali, lesbiche e transessuali, le persone che oggi una moda raggruppa nell’acronimo Lgbt che, a occhio, non le sarebbe garbato: “‘E ricchiun ‘e mo’ nun teneno ‘e ‘ppalle” diceva, e stavolta, si chiede venia, l’epiteto è stato riportato per dovere di cronaca. Un amico, Ernesto, scrive: “Morta nello stesso giorno di Liliana De Curtis. Se ne vanno due principesse nello stesso giorno. Proprio così, le sia lieve la terra.

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