Cronaca

Napoli, appalti e camorra: le buste dei bandi manomesse

Napoli, appalti e camorra: le buste dei bandi manomesse, i dipendenti agivano per consegnare i documenti alle imprese vicine alla camorra

A Napoli svolta nel caso di appalti e camorra, le buste dei bandi del Cardarelli sono state manomesse di notte. Così vinceva il clan. I dipendenti agivano per consegnare i documenti alle imprese vicine alla camorra, i funzionari incassavano mazzette per sistemare gli appalti.

Napoli, appalti e camorra: le buste dei bandi manomesse

È il novembre del 2017 e l’ospedale Cardarelli sta per aggiudicare il bando per la concessione quinquennale della gestione dei distributori automatici di bevande e alimenti. L’appalto fa gola a due aziende, Bamar e Gemearp, che hanno presentato un’offerta come associazione temporanea di imprese; Alessandro Esposito, responsabile commerciale di Bamar, è in eccellenti rapporti con Giovanni Caruson, esponente di primo piano del clan Cimmino, egemone al Vomero. Alla gara hanno partecipato altre due ditte ed Esposito teme che una delle due, la Sigma, abbia fatto un’offerta più vantaggiosa. Con la complicità di due dipendenti del Cardarelli riesce a ottenere che le buste sigillate con le offerte gli vengano consegnate, di notte, per poco tempo. L’idea è quella di vedere quanto ha offerto l’azienda rivale per poi ritoccare la propria offerta. Ma la sproporzione è enorme: Sigma ha offerto 1.300 euro al mese per ciascuno dei cento distributori, il gruppo di Esposito appena 310 euro. È il panico.

La manomissione

Si decide, allora, di fare una cosa inaudita, che spaventa gli stessi autori: dalla busta presentata da Sigma viene sottratto il foglio relativo ai costi della sicurezza. È un documento importante, senza il quale l’azienda rischia di essere estromessa dalla gara: e così sarà, infatti, anche se alla fine l’appalto comunque non sarà aggiudicato al gruppo di Esposito ma alla terza concorrente.

L’indagine

Emblematica la conversazione intercettata tra Esposito e un suo socio nella quale il responsabile commerciale di Bamar racconta con quanta facilità sia riuscito a corrompere Stefanelli per ottenere le buste delle offerte incontrandolo una domenica pomeriggio in piazza Vanvitelli. Un comportamento sfrontato, ma non c’è da stupirsene: il gruppo di Esposito, tramite il quale il clan Cimmino si sarebbe infiltrato nel Cardarelli, non era abituato a perdere.

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