Curiosità

Napoli: città più bella d’Italia, lo dice il Telegraph

NAPOLI. Napoli: città più bella d’Italia, lo dice il Telegraph. Lo ha detto un giornalista del noto quotidiano britannico in un suo articolo.

Napoli: città più bella d’Italia

Stanley Stewart, giornalista del quotidiano britannico The Telegraph, incorona Napoli come “Città più bella d’Italia“. In un lungo articolo il giornalista ha espresso di essere stato in moltissime città italiane, ma ciò che ha trovato a Napoli va’ oltre quello che si può immaginare. Di seguito alcune parti tradotte dall’articolo.

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La traduzione

Napoli: passione e morte in un gioiello sottovalutato in Italia. Vibrante, caotica e gloriosamente fatiscente, Napoli è un luogo dove la vita, il romanticismo e la morte sono intrecciate con passione. 
C’è molto da vedere nel Museo Archeologico di Napoli. Ci sono le sculture classiche delle collezioni Farnese. Ci sono i mosaici romani di Pompei , belli come dipinti, che offrono una panoramica così elegante nel mondo antico, guardando con aria colpevole oltre la mia spalla, ho furtivamente conosciuto la galleria “il Gabinetto Segreto“, la Camera Segreta. Contiene l’erotismo di PompeiA Roma, Firenze o Venezia, ci sarebbero code e biglietti e folle curiose sconvenienti ignoranti gli avvertimenti “No Foto”.
Ma qui a Napoli , mi sono trovato da solo nel Gabinetto con le fanciulle agili e dei satiri rampanti. Quando finalmente me ne andai via da quella galleria, ho trovato solo altre due persone, una coppia di studenti italiani. Non sembravano molto presi dalla monetazione tardo romana. Erano insieme su una panchina di pietra, gli arti ed eventualmente il loro futuro, intimamente intrecciati…

Stanley Stewart è innamorato

In questa atmosfera inebriante, mi sono innamorato di Napoli. Nessuno avrebbe accusato il centro storico, il vecchio centro storico, di essere bella, ma lei è oscuramente e meravigliosamente bella. Lei è anche cruda, passionale, segreta, generosa, fatiscente, glorioso, vibrante, e sfacciatamente corrotta e corruttrice.

Io amo la teatralità, il caos orientale delle sue strade, l’architettura che ha avuto inizio con gli antichi greci e si è conclusa con il Barocco . 
 
Amo i grassi e sensuali toni vocali dei napoletani. 
Amo i bar trasandati dove il caffè viene servito “zuccherato”, già dolce; 
la pasticcerie con le delicate sfogliatelle piene di panna; 
le friggitorie , con i loro ruggenti forni a legna e gorgoglianti pizze; 
il dorati specchi e i gli stupendi dipinti  Belle Epoque del Café Gambrinus
 
la stravaganza del San Carlo, il Teatro dell’Opera più antico d’Europa , in cui Verdi era una volta direttore musicale e Caruso, un napoletano, ha ottenuto una scarsa ricezione del genere, giurando il non ritorno…

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