Cronaca

Napoli, neonata morta all’ospedale Betania: scatta la denuncia

Dramma all’ospedale Betania di Napoli dove una neonata è morta dopo essere stata messa al mondo dalla madre. Una tragedia consumatasi nel pomeriggio di martedì 21 febbraio, quando al pronto soccorso dell’ospedale di Napoli est è arrivata una coppia con mezzi propri. La donna, trent’anni circa, era in attesa di partorire, avendo superato le 37 settimane di gestazione come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Napoli, neonata morta all’ospedale Betania: salva la madre

Dopo la rottura delle acque, la donna viene ricoverata in Ginecologia dove iniziano una serie di esami ed accertamenti. Alle 8.30 del giorno dopo i coniugi si tengono in contatto via telefono e whatsapp. La donna riferisce al marito che è in corso un tracciato. I sanitari somministrano una pillola per aumentare le contrazioni uterine propedeutiche a un parto che dovrà essere per vie naturali. La seconda pillola viene somministrata alle 11.45, la pressione aumenta ma il battito cardiaco scende.

Alle 18.30, dopo ore di silenzio, il medico di reparto informa il padre della piccola che nel corso del parto c’è stato un distacco di placenta, una sofferenza fetale e la decisione di effettuare il cesareo. La donna si è salvata ed è fuori pericolo, ma per la bambina ci sono poche possibilità: ha subìto danni irreparabili al cervello. Nelle scorse ore, il suo cuoricino ha cessato di battere e il padre – affranto dal dolore – ha chiamato la polizia per sporgere denuncia. Come da prassi, sarà effettuata l’autopsia per stabilire le cause del decesso.

La nota della direzione sanitaria

Vincenzo Bottino, direttore sanitario della struttura sanitaria, ha spiegato: “Siamo vicini al dolore della famiglia che comprendiamo nella sua devastante portata, abbiamo avviato immediatamente un audit interno dedicato al rischio clinico per valutare la congruità, i tempi e i modi di tutti gli atti clinici. Siamo molto dispiaciuti del tragico epilogo di un parto che dalle prime sommarie notizie acquisite dalla sala parto era andato avanti in maniera regolare con tracciato normale fino all’induzione quando è emerso un rallentamento. Non possiamo fare alcuna considerazione clinica visto che c’è una indagine. Posso dire che da quanto ci risulta i tempi di conversione del parto, programmato per via naturale, in cesareo, sono stati quasi immediati. Tutti gli operatori sentono di porgere sentite condoglianze ai genitori“.

Il dolore

Sposati da 18 mesi, Giulia e Claudio, 31 e 33 anni, vivono un incubo: “Chiediamo sia fatta chiarezza sulla tragedia che ci ha colpito. Camila, purtroppo, non sarà più tra noi anche se la aspettavamo con tutto il cuore. Era la nostra prima figlia. Ci addolora che siano passate più di 24 ore dalla rottura delle acque fino all’inizio del cesareo che si è rivelato inutile dopo un travaglio indotto”.

Redazione L'Occhio di Napoli

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