Cronaca

Napoli, operazione “easy tax”: sequestrati beni per oltre 15 milioni di euro

Operazione "easy tax"  a Napoli: la Guardia di Finanza di Napoli ha provveduto a sequestrare beni per oltre 15 milioni di euro

Operazione “easy tax”  a Napoli: la Guardia di Finanza di Napoli ha provveduto a sequestrare beni per oltre 15 milioni di euro. Ecco tutti i dettagli.

Operazione “easy tax” a Napoli

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, nell’ambito di indagini coordinate dalla Sezione Criminalità Economica della Procura della Repubblica di Napoli, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di misure
cautelari personali e reali emesse dal G.I.P. del Tribunale di Napoli nei confronti di 21 tra persone fisiche e società ubicate in varie Regioni italiane, che ha disposto il sequestro preventivo di somme di denaro e beni
per un ammontare complessivo di oltre 15.000.000 di euro.

L’ordinanza prevede, inoltre, l’applicazione della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare la professione nei confronti di un Dottore Commercialista con studio in Marano di Napoli (NA) e l’esercizio di impresa e uffici direttivi delle persone giuridiche nei confronti di due imprenditori
napoletani.

L’attività investigativa trae origine dalla denuncia di una società di Latina, la quale, consultando il proprio Cassetto Fiscale, rilevava molteplici compensazioni di suoi debiti tributari previo utilizzo di crediti IVA di
un’impresa di Marano di Napoli a lei totalmente sconosciuta.

Le successive indagini condotte dalle Fiamme Gialle di Giugliano in Campania hanno permesso di svelare un ingegnoso sistema fraudolento posto in essere da un commercialista di Marano di Napoli (NA), socio e
consulente fiscale di due società che avevano acquistato dei fantasiosi brevetti, risultati inesistenti, quali un “Sistema piastra con cuscinetto a sfera per costruire edifici antisismici” e un “Tagliaerba robotizzato a guida
autonoma alimentato da pannelli solari”; entrambe le cessioni risultavano effettuate da un’impresa napoletana non più operativa, esercente l’attività di “Ristorazione senza somministrazione con cibo da asporto”.

L’importo dell’inesistente compravendita, per un ammontare complessivo di oltre 24.000.000 di euro ha generato un illecito credito IVA per circa 5.300.000 euro utilizzato dal commercialista per compensare, per gli anni di
imposta 2017 e 2018, tramite il c.d. “accollo tributario”, debiti fiscali di terze società operanti sull’intero territorio nazionale.

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