Cronaca

Vincenzo Costanzo ucciso durante la festa scudetto del Napoli: la storia

Si chiamava Vincenzo Costanzo il ragazzo ucciso a Napoli durante la fesa scudetto. Il 26enne, residente a Ponticelli e già noto alle forze dell’ordine, è morto all’ospedale Cardarelli dove era arrivato nella notte tra giovedì 4 e venerdì 5 maggio, presentando ferite d’arma da fuoco. Alla notizia del decesso, familiari e amici del giovane hanno sfogato la loro rabbia in ospedale danneggiando il pronto soccorso del nosocomio napoletano.

Napoli, ragazzo ucciso durante la festa scudetto: la storia di Vincenzo Costanzo

Sulla vicenda indagano carabinieri e polizia che battono diverse piste, tra cui quella di un vero e proprio agguato. La sparatoria sarebbe avvenuta nella vicina piazza Volturno, dove chi ha sparato potrebbe aver approfittato della confusione per agire indisturbato. Non si può escludere che qualcuno abbia deciso di “festeggiare” usando le armi.

In ospedale sono finite altre tre persone con ferite da arma da fuoco, probabilmente coinvolte nello stesso fatto di sangue che è costato la vita al 26enne. Una ragazza di Portici è arrivata al Pellegrini con un colpo alla caviglia, guarirà in dieci giorni. Si tratta della compagna di Costanzo. Un 24enne di Ponticelli colpito al gluteo destro, invece, si è recato a Villa Betania, dove è stato dimesso con una prognosi di 15 giorni. Ferito anche un ventenne residente nello stesso quartiere.

Chi era Vincenzo Costanzo

Vincenzo Costanzo era figlio del boss Maurizio Costanzo, esponente di primo piano del clan D’Amico. Fu scarcerato qualche anno fa e il suo ritorno in libertà avrebbe ridisegnato gli equilibri nella faida tra cosche nella periferia orientale.

Le parole di sindaco e prefetto

Il sindaco Gaetano Manfredi, intervenuto a Radio Anch’io ci tiene a sottolineare che l’omicidio di Costanzo “è legato ad una dinamica che non c’entra niente con la festa. Si tratta di una persona che ha precedenti penali importati. Probabilmente si è trattato di un regolamento di conti che ha trovato l’opportunità della festa. L’episodio ha una cornice completamente differente“.

Tesi supportata anche dal prefetto Claudio Palomba che ai microfoni di SkyTg24 ha sottolineato come l’episodio del 26enne ucciso sia “assolutamente slegato, non connesso ai festeggiamenti” per lo scudetto del Napoli. “Quello che mi preme sottolineare è il senso di responsabilità dei napoletani: ieri c’era un divieto di circolazione ed è stato largamente osservato. C’erano dei varchi con uomini delle forze dell’ordine a presidiarli. La macchina dell’organizzazione ha funzionato”.

Redazione L'Occhio di Napoli

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