Cronaca

Napoli, rapina e minacce a una famiglia a Posillipo: due arresti

Napoli, rapina e minacce a una famiglia a Posillipo: due arresti. Si tratta di Emanuele Amoroso, 22enne, e Gennaro Bonaiuto, 21enne. Si cercano i complici.

Due arresti per rapina a Posillipo

Gli agenti del Commissariato di Posillipo hanno messo agli arresti domiciliari, su disposizione del Gip di Napoli, Emanuele Amoroso, 22enne napoletano, e Gennaro Bonaiuto, 21enne napoletano, gravemente indiziati di aver commesso una rapina con altre tre persone non identificate.

Una notte della scorsa estate è stata perpetrata una rapina in via Posillipo ai danni di un uomo che, a bordo di un Suv, stava rientrando a casa in compagnia della moglie e dei due figli. Dietro minaccia con la pistola la vittima ha consegnato ai rapinatori gli effetti personali e il denaro.

Nell’attesa che il cancello automatico si aprisse per fare ingresso nella propria abitazione, uno scooter che lo seguiva con la targa coperta da nastro adesivo, ha arrestato la marcia per porsi sul lato posteriore dell’autovettura per impedirne la fuga, erano scese diversi rapinatori con il volto nascosto minacciando sia l’autista che i figli nella macchina.

La vittima, temendo che i rapinatori potessero sottrargli l’autovettura e portare via anche i bambini, ha innestato la retromarcia tentando di fuggire. Ma il tentativo di fuga non è riuscito perché ha travolto lo scooter utilizzato dai rapinatori che è rimasto sotto il Suv. A quel punto l’uomo ha consegnato tutto quello che aveva, due rapinatori sono fuggiti con un secondo scooter, un terzo, non riuscendo a recuperare il mezzo finito sotto la macchina, è fuggito a piedi.

Le indagini sono partite proprio dal veicolo danneggiato e poi sottoposto a sequestro, nonché dalla ricerca, nei vari ospedali, di un giovane ricorso quella notte alle cure mediche a seguito dell’impatto verificatosi in occasione della rapina. Diverse le immagini visionate dal sistema di videosorveglianza che hanno consentito di ricostruire il percorso seguito dai rapinatori e di confrontare l’abbigliamento indossato dai giovani con quello dettagliatamente descritto dalla vittima, la cui collaborazione è stata determinante per risalire all’individuazione dei responsabili.

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