Cronaca

Tragedia sfiorata a Napoli, ubriaco finisce in piscina: 17enne in coma

Poteva avere un epilogo peggiore ciò che accaduto nella notte di Ferragosto durante una festa tra ragazzi, organizzata in una rinomata località di vacanze a Napoli. Un 17enne ubriaco è finito in piscina.

Minorenne ubriaco finisce in piscina

A raccontare l’episodio è l’ex consigliere comunale dei Verdi, C.A.  Il protagonista di questa brutta storia è suo figlio, 17 anni compiuti da qualche mese.
«È quasi l’alba – scrive C.A. su Facebook nella notte tra il 14 e il 15 agosto – da ore siamo qui, all’esterno del pronto soccorso di una località di mare, ad aspettare che mio figlio si risvegli. Una festa organizzata in una villa con piscina, lui ci è caduto dentro ubriaco. Maledetto alcol e speriamo solo questo. Per fortuna qualcuno lo ha visto e lo ha tirato su. No, mio figlio non aveva mai bevuto in vita sua».

«Una corsa con il cuore in gola prima verso la villa e poi dietro l’ambulanza con lui che non ci riconosceva».
Uno sfogo, il suo, a pochi minuti dalla buona notizia avuta dai medici che il figlio era finalmente fuori pericolo: aveva ripreso conoscenza ed era uscito dal coma etilico nel quale era finito. «Alle 5.30 si è svegliato e ci ha riconosciuto. Ringrazio Dio e scrivo questo post per tutti quei genitori che non controllano abbastanza i loro figli. Noi che lo facciamo non pensavamo ci potesse accadere una cosa del genere, invece è successo. Una storia a lieto fine – scrive ancora l’ex politico – che, spero, possa essere di insegnamento».

È stato un ragazzo che ha salvato la vita al 17enne. Si chiama Vincenzo, è maggiorenne, era lì con alcuni amici quando ha visto quel ragazzino barcollare e poi finire in piscina a faccia in giù.

«Se non fosse stato per lui mio figlio ora sarebbe morto – racconta ancora C.A. – nessuno si era accorto in quali condizioni si trovasse. Sarebbe bastato qualche minuto in più in quella piscina e non ci sarebbe stata salvezza».

«Ci ha raccontato di aver bevuto venti cicchetti – aggiunge l’ex politico – non vi nascondo che non sapevo nemmeno che cosa fossero. In ogni caso mi sembrano tantissimi, figuriamoci poi se a berli è un ragazzino di 17 anni per niente abituato all’alcol». Una domanda è d’obbligo. Chi c’era a controllare i ragazzi e, soprattutto, chi ha servito vodka in quantità a minori di diciotto anni? «Prima di lui era stata male anche un’altra ragazzina – racconta ancora C.A. – per fortuna si è ripresa prima che la portassero in ospedale. Gli adulti? Sì, certo, dovevano essere presenti, ma francamente non so che cosa sia successo». Poi, l’appello: «A noi è andata bene, mio figlio è stato molto fortunato ed è salvo. Vorrei che tutti facessero tesoro di quello che è successo. I ragazzini faranno bene a stare lontani dall’alcol, e noi genitori a prestare sempre la massima attenzione».

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