Cronaca

Condannato a 3 anni e otto mesi il pirata che ha travolto e ucciso lo chef napoletano Gennaro Mannuzza

Omicidio Gennaro Mannuzza, condanna di 3 anni e otto mesi a Fabio Sannino, pregiudicato, che ha travolto e ucciso lo chef napoletano.

L’incidente si era verificato il 24 ottobre 2017, il 56enne stava rientrando a casa, a Ponticelli, a bordo del suo scooter, dopo una giornata di lavoro. Dopo l’impatto tra i due veicoli l’ivestitore era fuggito lasciando Mannuzza agonizzante sull’asfalto.

Omicidio Gennaro Mannuzza: la condanna


 

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Tre anni e otto mesi di reclusione, questa la condanna per Fabio Sannino, oggi 51 anni, di Portici, peraltro pluripregiudicato per reati legati alla detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

L’incidente

L’incidente, si era verificato il 24 ottobre 2017, alle 23.50. Mannuzza, che aveva solo 56 anni ed era uno chef affermato e conosciutissimo, punta di diamante degli Hotel Vesuvio e Santa Lucia, dopo una giornata di lavoro stava rientrando nella sua casa di Ponticelli in sella al suo scooter Gilera Runner 200, e procedeva tranquillamente per la sua strada in via Amerigo Vespucci, in direzione sud, di via Volta.

L’alta velocità

Alle sue spalle, nella stessa direzione di marcia, è però sopraggiunta la Dacia Nuova Sandero condotta da Sannino. Come ricostruito dal perito Giuseppe Cappiello, a cui la Procura di Napoli avrebbe conferito l’incarico di accertare dinamica e cause del sinistro, l’automobilista, nell’effettuare un sorpasso in prossimità della rotatoria tra via Vespucci, Corso Arnaldo Lucci e Vico Primo Ponte della Maddalena, a causa dell’eccessiva velocità (superiore ai 60-70 km/h conclude il consulente tecnico) ha urtato il motociclo all’altezza del manubrio, facendo cadere il suo conducente e per di più lasciandolo agonizzante sull’asfalto, dileguandosi.

I soccorsi

Lo chef è rimasto a lungo a terra privo di soccorsi. Finalmente trasportato, in condizioni disperate, all’ospedale Loreto Nuovo, ha lottato per 9 lunghi giorni ma il 2 novembre i sanitari si sono dovuti arrendere, dichiarandone la morte cerebrale: i suoi familiari avevano autorizzato l’espianto degli organi.

L’autopsia

Il medico legale a cui è stata affidata l’autopsia, il prof dott. Massimo Esposito, ha individuato la causa del decesso nel grave trauma cranico e toracico-addominale subìto in seguito al sinistro stradale.

La fuga e l’arresto

La fuga del pirata è durata poche ore. Gli agenti della polizia municipale di Napoli, grazie anche alle informazioni fornite da un testimone che aveva ricopiato il numero di targa dell’auto, la stessa notte del 25 ottobre si sono presentati a casa del 51enne di Portici il quale, di fronte alle inequivocabili tracce del recente incidente sul veicolo di proprietà della madre, non ha potuto che ammettere le sue responsabilità asserendo di essere stato preso dal panico e di essersi quindi allontanato.

 

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