Cronaca

Omicidio Mignano: arrestato il killer assoldato dai fratelli Cuomo di Nocera Inferiore

Ciro Rosario Terracciano non solo è considerato tra i responsabili dell’omicidio Mignano a Napoli, ma fu assoldato come killer dai fratelli Cuomo di Nocera Inferiore.

Arrestato il killer assoldato anche dai fratelli Cuomo di Nocera Inferiore

Era libero dopo alcuni mesi di carcere nonostante una condanna in primo grado a tre anni per una sparatoria commessa a Nocera, Ciro Rosario Terracciano, 26 anni, è consegnato alle storie di camorra come il “killer dello zainetto”.

Ovvero colui che il 4 aprile scorso ha ucciso Luigi Mignano, cognato del boss del rione Villa, Ciro Rinaldi detto mauè, davanti al nipotino che stava accompagnando a scuola. In quell’occasione ferì anche il figlio Pasquale e rischiò di colpire anche il piccolo.

Terracciano, che ha tatuato sul corpo il nome dei D’Amico, è tornato in carcere dopo che nel 2017 era stato arrestato per una “sparatoria in prestito” fatta agli amici di Nocera del gruppo camorristico dei fratelli Cuomo in quel periodo impegnati in una faida cittadina per il controllo delle piazze di spaccio.

Il blitz del 6 settembre incastrò Terracciano con il colpo in canna: la sua presenza per gli inquirenti riguardava una presunta missioneaffidataaunesterno, con l’uomo assoldato dai Cuomo in precedenza, con un incontro riportato dai carabinieri del Ros. In quel periodo a Nocera i gruppi rivali si muovono in cerca di alleanze, con i Cuomo pronti a recarsi dagli “amici” della cosca di San Giovanni del clan D’Amico.

L’incontro, datato agosto, è legato alla delicata e fragile pace con i D’Elia, ritenuti nemici e per questo nel mirino. L’uomo dei D’Elia, Marco Iannone, vienegambizzatoil4settembre, e il giorno precedente Antonio De Napoli, Michele Cuomo, Domenico Rese e Luigi Vicidomini vanno a San Giorgio a Cremano, presso l’abitazione di un esponente del clan D’Amico. Sempre il 4 settembre si registrarono gli spari nel circolo in via Gambardella, e l’attentato mancato ai fratelli De Napoli nelle «palazzine» di via Filangieri.

Fino al 6 settembre, momento dell’arresto di Terracciano,inquelmomento armato di pistola con colpo in canna. Per l’Antimafia di Salerno il gruppo di Cuomo aveva chiesto “aiuto” ai napoletani, con Terracciano individuato quale elementodi raccordo,per unfavore, forsepagato: quando scatta l’arresto con lui ci sono altre due persone che riescono a fuggire.

Per l’omicidio di Napoli insieme a Terracciano sono stati arrestati altre sei dei suoi complici di quel delitto tra cuii due reggenti attuali del clan D’Amico: Umberto D’Amico o’ lione nipote del boss Salvatore o’ pirata e Umberto Luongo.

Nel decreto di fermo dei pm Antonella Fratello e Simona Rossi della Dda di Napoli sono contenute le intercettazioni ambientali, le dichiarazioni di alcuni pentiti e le testimonianze dei familiari della vittima. Tra cui quella del figlio Pasquale, rimasto ferito nell’agguato: “Ho parlato con gli agentidellaVolantenell’immediatezza dei fatti in ospedale – spiega il ferito ai magistrati che lo interrogano-ma non ricordo di aver detto che i due chehanno sparato avevano dei caschi a ‘padella’ con il volto scoperto e con la barba né che io sarei stato in grado di riconoscerli. Ho visto solo due persone su un motorino e ho cominciatoafuggire.Miofiglio era già entrato in macchina, lato passeggero davanti. Mio padre ha aperto la portiera per far entrare mio figlio. lo stavo facendo il giro intorno alla macchina per entrare dal lato guida. Ero arrivato dietro alla macchina quando ho sentito gli spari e ho visto mio padre indietreggiare”.

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