Curiosità

3 cose sul Presepe Cuciniello, “il più bello del mondo”

NAPOLI. Per molti il Presepe Cuciniello, custodito all’interno della Certosa di San Martino, è il più bello del mondo. Risale al Settecento e rientra tra i cosiddetti presepi del tipo “colto”. Ma cos’è il Presepe Cuciniello e qual è la storia del suo creatore, di cui porta il nome? Ecco 3 cose da conoscere su questo vero e proprio monumento della storia napoletana, a pochi giorni dal Natale.

Cuciniello, una storia partenopea

Il presepe Cuciniello, a differenza di tanti altri, porta il nome del suo autore che è poi anche il collezionista (da cui solitamente questi oggetti della tradizione napoletana prendono il nome).

Michele Cuciniello, nato nel 1823 e morto nel 1889 a Napoli, è stato un artista e architetto appassionato di presepi. Oltre a costruirne, Cuciniello era solito collezionare pastori risalenti alla tradizione settecentesca. Da questa passione ne scaturì un’altra che lo portò a scrivere anche opere di teatro.

Dopo un primo viaggio a Parigi in età giovanile, torna in Francia a 33 anni, forse perché esiliato dalla sua terra natìa. Dopo il periodo parigino, dove si dedicò soprattutto alla stesura di testi tragici, Cuciniello tornò in patria dove divenne celebre proprio per la sua collezione di pastori. Entrato in contatto con Fiorelli e Salazar. Fu proprio Fiorelli a convincerlo, in seguito all’Unità d’Italia, a donare la sua collezione di pastori al Museo di san Martino diretto dal collega Demetrio Salazar.

La struttura del presepe

Il Presepe Cuciniello è indissolubilmente legato alla storia e alle volontà del suo autore che, per donarlo al museo, pretese di allestire autonomamente la scenografia dell’opera. L’architetto creò quindi uno “scoglio” dividendolo in tre parti che, chi osserva il presepe, riesce subito a distinguere. Le tre zone rappresentano rispettivamente le scene principali rappresentate in questo tradizionale gioiello dell’artigianalità partenopea: l’Annunciazione, la Natività e la taverna.

La natività, in particolare, segue la tradizione del Settecento, ed è quindi ambientata in un rudere di tempio romano. Anche qui l’influenza dell’azione del Fiorelli si fece sentire. Egli, in quegli anni, era particolarmente attivo sul fronte degli scavi a Pompei ed Ercolano. La grotta scolpita da Cuciniello riprende proprio la struttura di questi grandiosi siti archeologici della Campania.

Il compendio del Cuciniello

Il Presepe Cuciniello rappresenta un capolavoro dell’arte napoletana, ma anche una sorta di compendio della vita e della carriera del suo autore. Con quest’opera Cuciniello sembra tornare per un istante alla sua originaria professione di architetto ma, proprio come il presepe che porta il suo nome, si scinde in tre. All’indole da architetto sembra sovrapporsi quella del drammaturgo che trasmette il forte messaggio della cristianità attraverso le sue immagini più emblematiche. A quest’ultima, infine,  si aggiunge la mera passione per l’arte presepiale che lo accompagnò per tutta la vita.

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