Cronaca

Procida, la donna era già stata aggredita in passato

PROCIDA. Era già accaduto altre volte. Il compagno aveva manifestato atteggiamenti violenti nei suoi confronti. La picchiava. Giovedì pomeriggio l’ennesima lite con un finale agghiacciante: l’aborto della bimba che portava in grembo da venti settimane.

Procida, isola quieta e tranquilla, è scossa da questa storia di violenza e dolore. F. N., 38 anni, di Quarto, da qualche tempo conviveva con Gaetano De Santis, un quarantacinquenne isolano, giovedì pomeriggio ha chiesto soccorso al 112. La pattuglia dei carabinieri è giunta quindi nell’abitazione in via Giovanni da Procida. Lo riporta il quotidiano Il Mattino.

L’aggressione

I militari hanno trovato la donna, incinta di quattro mesi, prostrata e sofferente, che accusava violenti dolori addominali. L’ambulanza prontamente allertata ha provveduto a trasportarla presso il presidio sanitario procidano dove i medici hanno constatato l’interruzione della gravidanza. Poi, per evitare complicazioni sempre possibili in questi casi, la donna è stata trasferita con l’idroambulanza della Capitaneria di Porto nel più attrezzato ospedale Santa Maria delle Grazie a Pozzuoli.

Qui la donna ha dovuto sottostare all’intervento di asportazione del feto, sul quale sarà eseguito l’esame autoptico disposto dall’autorità giudiziaria. Sarà necessario capire se la morte del feto sia effettivamente avvenuta in seguito all’ultima aggressione o, come sembrerebbe, già da alcuni giorni. Il clima di violenze, in ogni caso, almeno secondo quanto raccontato dalla giovane, era continuo.

Nel tardo pomeriggio di giovedì, mentre Federica veniva soccorsa e ricoverata, i carabinieri hanno provveduto prima al fermo e poi all’arresto del compagno. L’uomo è stato trasferito presso il carcere di Poggioreale a disposizione dell’autorità giudiziaria, in attesa dell’interrogatorio del giudice per le indagini preliminari per la convalida del provvedimento. De Santis è accusato di maltrattamenti in famiglia e procurata interruzione di gravidanza. La donna ha infatti dichiarato ai militari che già in passato era stata sottoposta a ripetuti maltrattamenti da parte del compagno (era solito colpirla con spintoni e violente tirate di capelli, ha raccontato), ma non aveva mai provveduto a denunciare le violenze anche per amore della creatura con lui concepita che portava in grembo. L’ennesima aggressione di giovedì scorso le ha dato la forza e il coraggio per farlo. Purtroppo per la loro bimba troppo tardi.

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