Cronaca

Professori con doppio lavoro scoperti dalla Guardia di Finanza

Napoli, erano professori di ruolo della “Federico II”, ma fatturavano servizi extra-istituzionali con tanto di partita iva. La Procura Regionale Corte Conti campania e la Guardia di Finanza scoprono un danno erariale di 2 milioni di euro.

Professori con doppio lavoro alla Federico II

I finanzieri del comando provinciale di Napoli, nell’ambito di un generale monitoraggio delle posizioni dei dipendenti dell’università degli studi di Napoli “Federico II”, hanno concluso un’articolata indagine coordinata dalla procura regionale della corte dei conti per la Campania, con l’accertamento di un danno erariale di 2 milioni di euro perpetrato da 3 professori ordinari di detto ateneo, citati a giudizio dall’autorità giudiziaria contabile.

In particolare, i militari del i gruppo napoli, mediante monitoraggio ed analisi di rischio dei professori in forza all’ateneo, hanno incrociato i dati degli stessi con le dichiarazioni fiscali presentate, pervenendo all’individuazione di alcune posizioni meritevoli di approfondimento.

Dagli accertamenti condotti dai finanzieri, infatti, è emerso come nel periodo sottoposto ad indagine (anni 2012 – 2017) 3 professori universitari a tempo pieno fossero al contempo provvisti di partita iva e fatturassero centinaia di migliaia di euro per prestazioni rese per servizi extra-istituzionali non comunicati all’amministrazione pubblica di appartenenza.

I 3 professori dell’Università Federico II (facoltà di medicina, economia ed ingegneria), destinatari di altrettanti inviti a dedurre emessi dalla procura regionale della corte dei conti per la campania, sono stati ritenuti responsabili di aver cagionato un danno erariale pari alle prestazioni extra-istituzionali rese, incompatibili con la funzione pubblica ricoperta.

Un professore molto impegnato

Eclatante la situazione di uno dei 3 docenti: già diffidato dall’ente universitario dall’astenersi da situazioni di potenziale incompatibilità, lo stesso, oltre ai numerosi incarichi extraistituzionali “nascosti” all’ateneo, per oltre un milione di euro, è risultato ricoprire cariche di rappresentanza e partecipazione agli utili in diverse società, violando un ulteriore vincolo previsto dalla norma di settore.

 

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