Cronaca

Giuseppe e Tullio uccisi ad Ercolano, lasciati agonizzanti in auto | L’allarme dopo mezz’ora

Ragazzi uccisi ad Ercolano, Vincenzo Palumbo ha aspettato quasi mezz'ora prima di avvisare il 112 dopo aver sparato una raffica di proiettili contro l'automobile

Emergono nuovi dettagli sulla vicenda dei due ragazzi uccisi ad Ercolano.  Prima di chiamare il 112, Vincenzo Palumbo, dopo avere sparato contro l’automobile di Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella, ha aspettato 26 minuti in totale. Dopo 10 minuti dagli spari è uscito in strada e ha trovato i corpi agonizzanti, ma ha atteso altri 16 minuti. La circostanza emerge dalla ricostruzione contenuta nell’ordinanza a carico del 53enne.

Ragazzi uccisi ad Ercolano, l’allarme dopo 26 minuti

Vincenzo Palumbo ha aspettato quasi mezz’ora prima di avvisare il 112 dopo aver sparato una raffica di proiettili contro l’automobile in cui c’erano Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella, i due giovani di Portici uccisi nella notte tra il 29 e il 30 ottobre in via Marsiglia, a Ercolano. La circostanza emerge dall’ordinanza emessa dal gip di Napoli Carla Sarno, che ieri, 1 novembre, non ha convalidato il fermo ma ha disposto la prosecuzione della custodia in carcere per il 53enne per il pericolo di reiterazione del reato.

Le vittime non avevano via di scampo

Gli spari ci sono stati tra le 00:25 e le 00:28. Palumbo, dal balcone di casa sua, posto a circa 2/3 metri più in alto rispetto alla strada, ha esploso 11 colpi di pistola contro l’automobile. Alcune delle pallottole sono entrate nel tetto, una ha trapassato il parabrezza. In quel momento, ricostruiscono i giudici, la Fiat Panda si stava già allontanando lungo via Marsiglia. “Le vittime non potevano avere scampo – scrive il gip – considerato che era davvero ridotta la distanza dell’auto su cui viaggiavano i due giovani e la raffica di colpi di arma da fuoco esplosa da Palumbo, soggetto avvezzo all’uso delle armi, in quanto cacciatore e titolare di regolare porto d’armi“.

Il Gip: “Palumbo ha mentito, l’antifurto non è scattato”

L’antifurto dell’abitazione di Vincenzo Palumbo, il 53enne accusato di aver ucciso Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella nella notte tra il 28 e il 29 ottobre a Ercolano, “quella sera non era scattato”.

È quanto risultato dagli accertamenti svolti dagli investigatori sul sistema antifurto che lo stesso Palumbo, nel corso di un interrogatorio, ha dichiarato di aver sentito suonare e per questo si era svegliato. Il sistema di allarme è di tipo “perimetrale”, quindi si sarebbe dovuto attivare nel caso qualcuno si fosse avvicinato alla porta di casa o alla finestra.

L’accertamento appariva fondamentale, scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, “al fine di comprendere se le vittime si fossero introdotte o meno all’interno dell’abitazione di Palumbo, anche perché sul punto della disattivazione dell’antifurto vi erano delle incongruenze tra quanto dichiarato da Palumbo e dai suoi familiari”. Dall’esito dell’accertamento è risultato che l’antifurto era stato inserito alle 22.54 del 28 ottobre ed era stato disinserito alle 00.28, l’orario in cui Palumbo è uscito di casa. “Dunque quella sera l’antifurto non era scattato – scrive il gip – sicché non risulta che si fossero avvicinate persone alla porta d’ingresso di casa del Palumbo”.

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