Cronaca

“Regali solamente agli immigrati”, la Santanchè contro Sepe

NAPOLI. Polemica tra Daniela Santanchè e la chiesa di Napoli in merito a una iniziativa alla quale ha preso parte il cardinale Crescenzio Sepe, ossia l’Epifania dei migranti, organizzata come ogni 6 gennaio dal Movimento cristiano dei lavoratori e tenutasi presso la basilica di Santa Restituta.

L’arcivescovo Sepe, insieme al presidente del sodalizio Michele Cutolo, ha distribuito regali e dolciumi a cinquecento bambini, nessuno dei quali però di nazionalità italiana. Circostanza che ha fatto andare su tutte le furie Daniela Santanchè.

Il tweet

 

Da qui – come riportato dal quotidiano Il Mattino – è scoppiata una velenosa polemica che in poche ore ha fatto il giro del web raccogliendo pareri opposti e contrari. Da un lato il partito del cardinale che approva l’iniziativa di Crescenzio Sepe e lo difende su facebook spiegando che «solidarietà e generosità non hanno colori e nazioni»; dall’altro quello schierato con la «pitonessa» che non risparmia al cardinale Sepe l’accusa di «discriminazione sociale».

Ed ecco le ragioni della Santanché: «Giorgia Meloni lo ribadisce tutti i giorni: prima l’Italia e gli italiani poi il resto. Invece Sepe che cosa fa? Dimentica i bambini poveri napoletani e regala tutto agli stranieri, complimenti cardinale». Ci va giù pesante l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, parla di «razzismo al contrario» e si dichiara pronta ad aiutarlo nel caso non conoscesse bambini bisognosi napoletani. «Nessun problema, glieli presento io: i dati parlano chiaro, in Italia i poveri aumentano e Napoli vi assicuro che è piena. Sono migliaia i ragazzini rimasti senza un dono e senza nemmeno una caramella. Così si fomentano solo disagio e rancore: i nostri finiranno per sentirsi figli di un dio minore». L’onorevole però lo dice subito: «Non faccio la suora ma il politico. Capisco bene lo spirito di fratellanza che muove i sacerdoti ma non mi è sembrato di vedere in circolazione fotografie che ritraggono l’arcivescovo di Napoli mentre offre regali ai piccoli della sua città. E non mi importa se lo ha fatto in altre circostanze: il 6 gennaio certamente no».

Il concetto è sempre lo stesso: quando c’è qualcosa da distribuire, meglio se gratuitamente, prima vengono gli italiani, grandi o piccoli che siano, poi tutti gli altri: «Il buon padre di famiglia questo fa, caro Crescenzio Sepe: pensa innanzitutto ai suoi, di figli, e se avanza, pure agli altri. Ma se avanza, altrimenti che padre sei?». La «pitonessa» non molla, rincara la dose e aspetta che sua eminenza le risponda. Per lui lo fa invece don Tonino Palmese, vicario episcopale per la Carità della Diocesi di Napoli: «La Santanché davvero non meriterebbe risposta. Ancora una volta – dice Palmese – le notizie messe sotto il microscopio diventano macroscopiche e dunque esagerate tanto da disturbare coloro che la pensano diversamente dalle azioni della Chiesa di Napoli. Mi riferisco a quella quotidiana attenzione che si offre, a migranti e non, per 365 giorni all’anno». E poi aggiunge: «Se ci si sofferma solo davanti a un’iniziativa, ritenendola ingiusta perché esclude, questo significa non avere l’onestà intellettuale e la buona coscienza da parte di chi dovrebbe sapere che la prossimità nei confronti delle famiglie disagiate è di ogni giorno e di ogni anno». «È chiaro – conclude il vicario episcopale – che quanto dico non vuole essere una giustificazione nei confronti dell’iniziativa promossa dal cardinale Sepe, ma la sottolineatura di necessità e convivialità fra le differenze. Se così non fosse vorrebbe dire allontanarsi dalle pagine del Vangelo».

Nel mirino della «pitonessa» il tradizionale appuntamento annuale organizzato dal Movimento cristiano lavoratori per i bambini delle comunità degli immigrati che vivono in città e al quale il cardinale partecipa collaborando con i volontari alla distribuzione dei doni nella chiesa di Santa Restituta. In questa occasione, in attesa di ricevere un piccolo regalo, c’erano circa cinquecento bambini: «Certo, i bambini sono il nostro futuro e ancor più i piccoli immigrati. – ribadisce il presidente provinciale del movimento, Michele Cutolo – Un segnale di vicinanza anche per i tanti che, attraversando il mare, tentano la fortuna. La loro sorte ci sta a cuore e per questo motivo anche quest’anno abbiamo voluto dedicare soprattutto a loro la giornata dell’Epifania. Abbiamo raccolto dolci e giocattoli per consentirgli di trascorrere una giornata all’insegna della pace e della serenità».

Un appuntamento – puntualizza Cutolo – organizzato anche per costruire «un segnale di dialogo tra le tante culture che convivono pacificamente nella nostra città dove vivono migliaia di migranti». Un messaggio di pace – lo definisce – «per ricordare a tutti che gli immigrati e i rifugiati meritano sempre attenzione e non bisogna in alcun modo equipararli ai terroristi, nemici in primo luogo proprio di chi è costretto a scappare dai propri paesi».

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