Politica

Morte Totò Riina, Roberto Saviano commenta su Facebook

NAPOLI. Sono passati tre giorni dalla morte del boss di Cosa Nostra Totò Riina, ma il dibattito pubblico in Italia in un certo senso verte ancora sulla sua dipartita. Dopo i commenti giunti da più parti, politica, mondo dello spettacolo e persone comuni, anche Roberto Saviano ha voluto ribadire il suo pensiero su Riina, dalla sua ascesa al potere all’apparizione in tv del figlio Salvo che un anno e mezzo fa andò a presentare il suo libro da Bruno Vespa, su Rai 1.

 

«Simbolo di un marchio della mafia che ha fatto il giro del mondo»

 

Già questa mattina Roberto Saviano ha deciso di pubblicare l’articolo da lui scritto per Repubblica sul suo profilo Facebook. Qui l’autore di Gomorra ha spiegato: «Come è riuscito un semianalfabeta, cupo e malmostoso, a diventare il capo carismatico di Cosa Nostra? Totò Riina è stato il simbolo di un immaginario, di un marchio della mafia che ha fatto il giro del mondo. Per lui il sangue era il capitale più prezioso. Riina riconosceva alla ferocia un carattere mediatico che intendeva cavalcare. Così facendo, ha dato un’aura di invincibilità a Cosa Nostra ma, al tempo stesso, l’ha resa aggredibile: con le sue bombe, ha costretto lo Stato a riconoscere l’esistenza delle mafie, a dichiarare la presenza di un pericolo assoluto e la necessità di entrare in emergenza.

 

 

«È questo che lo portò ad essere odiatissimo dalle altre mafie: Riina ha reso visibile ciò che le organizzazioni criminali italiane erano sempre riuscite a tenere invisibile. La mafia di Riina è stata sconfitta, ma tutte le altre che hanno subìto le sue scelte hanno imparato dai suoi errori e ora stanno godendo del vaccino Riina».

 

Saviano sul libro di Salvo Riina

 

La polemica intorno alla presenza del figlio di Totò Riina in tv, sulla principale rete del servizio pubblico, risale a quasi due anni fa. Roberto Saviano ne fu uno dei più convinti sostenitori. Oggi, all’indomani della scomparsa del sanguinario boss, lo scrittore ripropone il suo intervento a Che tempo che fa di Fabio Fazio in cui spiega perché condanna e critica la decisione di Vespa di invitare Salvo Riina alla sua trasmissione.

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