Cronaca

Scambiato in tv con un killer: chef napoletano nei guai



Esposito è un cognome molto diffuso ormai non solo a Napoli. Perciò è facile che si verifichino casi di omonimia che possono causare scambi di persona. Il problema diventa grave quando la persona con cui si viene confusi è un pericoloso killer. Se poi a commettere l’errore è un programma televisivo di cronaca abbastanza seguito, che nemmeno risponde alla richiesta di rettifica, allora si può finire davvero nei guai. Soprattutto nell’era dei social network, dove ognuno è rintracciabile con una serie di click e bastano un paio di commenti denigratori, se non proprio insulti, per rovinare una reputazione costruita in anni di duro lavoro.

Chef napoletano confuso con un pericoloso killer

È quello che sta succedendo a Raffaele Esposito, chef napoletano che negli ultimi giorni deve addirittura smentire di essere lui il pericoloso killer di Modena: «Venerdì sera ero a lavoro, quando mi arrivano delle segnalazioni su una trasmissione di cronaca che ha mandato in onda il mio profilo Instagram – racconta il 29enne –. Io cado dalle nuvole, perché non guardo la televisione, né seguo la cronaca per mancanza di tempo, ma per cautelarmi chiamo subito il mio avvocato per capire cosa dovevo fare. Poi, il giorno dopo mio padre mi fa avere il video della parte di trasmissione dove era andato in onda il mio Instagram e ho capito cos’era successo».

A commettere l’errore era stata la trasmissione “Quarto grado”, in onda su Rete Quattro, che venerdì sera si stava occupando di un altro Raffaele Esposito, uno chef 34enne, napoletano residente a Savignano sul Panaro, in provincia di Modena, arrestato giovedì nella città emiliana. Il fermo era avvenuto in seguito alle indagini eseguite dai carabinieri e dalla Procura modenese, che avevano raccolto gravi indizi di colpevolezza che volevano il cuoco 34enne responsabile di un omicidio, una violenza sessuale e un tentato sequestro di persona. Reati gravi commessi tra il 24 agosto e il 2 settembre scorsi.

Nel servizio mandato in onda da “Quarto grado”, si ricostruisce un po’ la vita anonima del killer, che su Istagram pubblicava le foto dei suoi piatti. E viene inquadrato uno smartphone su cui un dito scorre le immagini di un profilo che non è quello dell’assassino: «Anch’io lì non ho foto personali, ma solo immagini dei miei piatti, perciò è facile confondersi – spiega Raffaele Esposito, quello che con i delitti commessi nel modenese non c’entra nulla –. E molti dei miei followers si sono subito accorti dell’errore e mi hanno avvisato, ma altri utenti mi hanno lasciato commenti e messaggi privati per dirmi che sono un maledetto, che devo marcire in galera e cose del genere».

Nel servizio di “Quarto grado” quello smartphone è inquadrato per pochi istanti, pochi frame che hanno messo nei guai lo chef napoletano: «Io non ho un ristorante mio, ma sono itinerante e molti dei contatti lavorativi mi arrivano dal social network, dove ho più di 22mila folowers – spiega ancora Raffaele –. Di solito, quando pubblico una fotografia su Instagram, genera 2mila contatti, ma da qualche giorno ho notato un netto calo dello share».

Un pasticcio che potrebbe risolversi con una smentita/rettifica da parte di “Quarto grado”, che però difficilmente arriverà nella prossima puntata: «Li ho contattati spiegando la situazione, ma senza ricevere risposta – afferma Raffaele –. Prima di ricorrere alle vie legali, volevo confrontarmi con loro e risolvere pacificamente la questione, ma per ora non è stato possibile».


Fonte Il Mattino

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