Cronaca

“Paga il debito o dacci la casa” ex attore di Gomorra massacrato di botte sulla sedia a rotelle

Scampia, due arresti per estorsione: blitz all'alba. Avevano costretto un 27enne a lasciare la sua abitazione dove viveva con la madre

Due arresti per estorsione Scampia dove i Carabinieri della stazione locale hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli, Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di due napoletani di 39 e 25 anni (Leopoldo Marino e Carmine Pandolfi), ritenuti gravemente indiziati di estorsione e lesioni aggravate dal metodo camorristico.

Scampia, due arresti per estorsione: blitz all’alba

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, dirette dalla Direzione distrettuale antimafia, i due uomini, nel mese di luglio del 2021, si presentarono più volte presso l’abitazione di un 27enne, allora sottoposto agli arresti domiciliari a Scampia, minacciandolo con il pretesto di ottenere la restituzione di un presunto debito contratto tempo prima, ma in realtà per costringere lui e la madre convivente a lasciare l’abitazione ove le due vittime risiedevano quali legittimi assegnatari.

Tre gli episodi estorsivi documentati, durante l’ultimo dei quali le vittime furono costrette a consegnare agli indagati le chiavi dell’appartamento ed a liberarlo seduta stante. Il provvedimento è stato notificato in carcere per Leopoldo Marino, già detenuto a Poggioreale per altra causa, mentre Carmine Pandolfi è stato tratto in arresto e condotto presso il Centro Penitenziario di Secondigliano.


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La storia di Salvatore Abbruzzese

La vittima di questo atto di inaudita prepotenza è Salvatore Abbruzzese, 28 anni, piuttosto noto per avere partecipato giovanissimo al film Gomorra nel 2007. Interpretava il ruolo di Totò: durante la faida di Scampia, Totò è un ragazzino di 13 anni cresciuto nel mito del “sistema”, che viene “iniziato” accettando di farsi sparare in petto con un giubbotto antiproiettile come riportato dal Corriere del Mezzogiorno.

Questo il suo racconto: “Spalancarono la porta di ingresso e mi chiesero subito alterati se avevo soldi da dargli. Alla mia risposta negativa iniziarono a picchiarmi. Non avevo possibilità di fuga o di ripararmi da tale violenza considerando che mi trovavo su una sedia a rotelle. Venivo ripetutamente colpito da entrambi; in più di un’occasione Pandolfi mi colpiva al viso con ginocchiate, l’altro soggetto mi colpiva con calci e pugni. Ricordo una ginocchiata che mi colpì in pieno viso all’altezza dell’arcata sopracciliare sinistra, ove iniziavo a perdere sangue. L’unica cosa che riuscii a fare fu quella di ripararmi il capo con le braccia mentre loro continuavano a colpirmi. Il tutto durava almeno 10 minuti, sino a quando le urla dei cani destavano mia madre, che ha problemi di udito. Lei riuscì a chiuderli fuori”.

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