Cronaca

Scarcerato l’ultra che ha raccontato gli scontri di Milano

Scarcerato l’ultrà che ha raccontato gli scontri di Milano. Si è pentito ed ha collaborato e per questo motivo andrà ai domiciliari.

Scarcerato l’ultrà che ha raccontato gli scontri

Ha parlato. Ha collaborato col gip prima e con i pm poi. E, dopo dieci notti trascorse in cella, ha lasciato San Vittore poco dopo le 14.30. Alto e piazzato, al punto da essere soprannominato “il Gigante”, il 21enne Luca Da Ros è uscito dal retro del carcere avvolto dal suo giubbotto nero, col cappuccio in testa, per provare a nascondersi dagli obiettivi di telecamere e fotografi. Ad attenderlo fuori il padre, che lo ha accompagnato a casa, dove rimarrà agli arresti domiciliari.

A concederglieli il gip Guido Salvini, come previsto dopo il via libera della procura. Il Gigante perché è il più giovane dei primi tre tifosi nerazzurri arrestati dopo gli scontri di Santo Stefano ed è stato il primo a raccontare quanto è accaduto.


Scontri stadio


L’ultrà pentito

A fare i nomi di alcuni degli ultrà presenti, di chi lo ha personalmente reclutato: “il Rosso” Marco Piovella, capo dei Boys San, arrestato un paio di giorni più tardi. Ha mostrato «pentimento», perché «si è trovato in una cosa più grande di lui», come ha spiegato il suo legale, Alberto Tucci. L’assalto armato ai tifosi partenopei, la morte del capo ultras del Varese, Daniele “Dede” Belardinelli, investito da una, o forse due auto, nei primi istanti dell’agguato.

Nell’album di 34 foto segnaletiche mostrato dai pm, Da Ros «ha riconosciuto i volti di 7 ultras, di cui solo 4 presenti agli scontri», ha dichiarato il difensore. Lo ha fatto «nonostante le minacce ricevute presso la sua abitazione e apparse su numerosi social network», scrive il gip nell’ordinanza.

In corso gli interrogatori

Nel frattempo a Napoli sono in corso gli interrogatori dei quattro tifosi napoletani a bordo della Volvo V40 che, secondo gli inquirenti, la sera del 26 dicembre, avrebbe travolto il corpo già a terra di Belardinelli. Al momento risultano tutti indagati per omicidio volontario, ma non è chiaro chi di loro fosse alla guida dell’auto.

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