Politica

Secondigliano ricorda la sua strage del ’96: la voragine

Il 23 gennaio del 1996 un’esplosione di gas squarciò il quadrivio del quartiere della periferia nord di Napoli. La tragedia fece 11 vittime. A lungo i cittadini denunciarono al Comune la pericolosità dei lavori. Ma nessuno li ascoltò.

La voragine di Secondigliano

Finì tutto con quell’esplosione. Che si portò via le strade, le case. E anche 11 vite. Quelle dei cinque operai che morirono il 23 gennaio del 1996, alle 16.20 per un’esplosione di gas che squarciò il quadrivio di Secondigliano, quartiere della periferia nord di Napoli. Quelle di tre donne. Da anni, i cittadini denunciavano al Comune la pericolosità dei lavori per la costruzione dell’asse mediano in quel punto. Ma l’amministrazione comunale, concentrata quasi esclusivamente nella riqualificazione del centro, non li aveva ascoltati. Poi lo scoppio. Al posto del crocevia si creò un buco largo 40 metri. Il gas fuoriuscì dalle tubature spezzate per l’improvviso crollo della volta di un tunnel, da quattro anni in costruzione, che doveva congiungere nel sottosuolo la strada provinciale tra Miano e la rotonda di Arzano. Una mega opera, finanziata con i fondi del dopo terremoto.

Le vittime

Michele Sparaco, Alfonso Scala, Mario De Girolamo, Giuseppe Petrellese, Gennaro De Luca, Emilia Laudati, Serena De Santis, Stefania Bellon.

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