Cronaca

Secondigliano, sequestrati cellulari nel carcere

Alcuni telefoni cellulari, perfettamente funzionanti, sono stati sequestrati dal personale di Polizia Penitenziaria nelle Sezioni detentive del Centro Penitenziario di Secondigliano, a Napoli.

Sequestrati cellulari nel carcere di Secondigliano: la denuncia

A dare la notizia è Tiziana Guacci, segretario regionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “Ieri mattina è stata fatta una perquisizione nella Sezione ad alta sicurezza, dove sono ristretti oltre 250 detenuti, e sono

stati rinvenuti alcuni micro-telefoni cellulari, e carica batteria ed inoltre è stata rivenuta una sacca/borsa (“cala cala”) agganciata ad una corda rudimentale fatta di fettucce di stoffa ed adesivo ricavato dagli involucri delle confezioni di acqua, che si presume venisse usata x trasportare carico pervenuto da esterno tramite l’ausilio dei droni”.

Apprezzamento al personale di Polizia Penitenziaria in servizio a Secondigliano arrivano anche da Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “I rinvenimenti di ieri confermano tutte le ipotesi investigative circa l’ormai conclamato fenomeno di traffico illecito a mezzo droni, fenomeno questo favorito anche dalla libertà di movimento dei detenuti a seguito del regime custodiale aperto e delle criticità operative attuali, in cui opera la Polizia Penitenziaria, con dei livelli minimi di sicurezza. Si pensi, ad esempio, a quanto avvenne, tempo fa, nel carcere di Frosinone, dove proprio con un drone venne trasportata dall’esterno in carcere una pistola, usata in un regolamento di conti di detenuti”.

Per Capece, “i droni, se da un lato hanno grandi possibilità di sviluppo, comportano, però, anche innumerevoli questioni in termini di privacy e di sicurezza, in quanto per la loro natura si prestano ad essere impiegati in diverse attività illecite. Con riferimento alla sicurezza negli Istituti penitenziari, è dal 2015 che abbiamo denunciato l’introduzione illecita di sostanze stupefacenti, e di oggetti comunque non consentiti, all’interno degli Istituti penitenziari, mediante appunto l’utilizzo dei droni. Credo dunque che la Polizia Penitenziaria debba disporre di un Nucleo di poliziotti penitenziari specializzati ed esperti nell’utilizzo e nella gestione dei droni sia in ottica preventiva che dissuasiva dei fenomeni di violazione degli spazi penitenziari o di introduzione di materiale illecito di qualsiasi natura. Per altro i droni si prestano bene alla ricognizione delle aree vicine ad un carcere e possono fornire valido aiuto: pensiamo, ad esempio, in caso di evasione giacché consentono velocemente di rilevare e monitorare ampi spazi senza essere visti. Ovviamente al drone si devono accompagnare strumenti di ultima generazione, ad esempio software in grado di utilizzare i frame dei video mandati alle centrali operative e, soprattutto, una formazione specializzata per il personale.”

Annalisa Barra

Annalisa Barra, giornalista del network L'Occhio, è esperta di comunicazione, scrittura Seo, social media e copywriting.

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