Cronaca

Pesca abusiva nell’area protetta, sequestrate oltre 300 nasse dalla Guardia Costiera

Maxi sequestro di nasse a Procida, operazione della Guardia Costiera nell'area marina protetta "Regno di Nettuno”

Maxi sequestro di nasse Procida. La Guardia Costiera nella giornata di ieri, mercoledì 28 luglio, ha recuperato 326 nasse in sinergia con personale dell’Area Maria Protetta Regno di Nettuno. I militari, a bordo del CG B67, a seguito di segnalazione pervenuta, sono prontamente giunti nello specchio d’acqua antistante l’Isolotto di Vivara – zona marina a protezione integrale – ove erano stati indebitamente posizionati gli attrezzi da pesca.


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Maxi sequestro di nasse a Procida, in campo la Guardia Costiera

Gli assetti predisposti in ambito Regionale, sotto il coordinamento della Direzione Marittima della Campania, che vedono schierati uomini donne e mezzi del Corpo per un rapido e razionale intervento in ogni momento e luogo del territorio di competenza, hanno consentito l’immediata azione della Guardia Costiera di Procida al fine di scongiurare l’esercizio di attività vietate che possano compromettere la tutela dell’ambiente e le finalità istitutive dell’area marina protetta “Regno di Nettuno”.

L’intervento ha permesso il recupero, mediante l’impiego di mezzi specializzati dell’Associazione Hester  in uso all’Area Marina Protetta Regno di Nettuno”, di 326 nasse cilindriche, con armatura in ferro e plastica collegate fra loro, posizionate – su un unico filare lungo 2 miglia nautiche –  all’interno dello specchio acqueo ricadente nella zona A dell’Area Marina Protetta – area interdetta ad ogni tipologia di attività (e quindi anche la pesca) che possa arrecare danno o disturbo all’ambiente marino. La Condotta vietata, altamente lesiva per l’ambiente marino, è punita con l’arresto fino a 6 mesi o ammenda da 102  a 12.911 euro con conseguente il sequestro degli attrezzi recuperati.


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Il pericolo per la navigazione

In aggiunta alle azioni di tutela ambientale è stato altresì scongiurato il concreto pericolo per la sicurezza della navigazione. Infatti gli attrezzi da pesca, artefattamente celati onde sfuggire all’attività di vigilanza, risultavano non segnalati in spregio alla normativa vigente in materia che prevede invece che gli stessi vengano adeguatamente segnati con  gavitello giallo, bandierina di segnalazione o luce notturna ben visibili e targhetta identificativa.

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