Economia

Spread torna a salire, l’allarme delle banche: “Tassa sull’Italia”

Torna a salire lo spread. Dopo i segnali rassicuranti degli ultimi giorni, che hanno fatto seguito alla formazione del governo dopo quasi tre mesi di crisi istituzionale, lo spread tra Btp e Bund chiude in forte rialzo a 268 punti base dai 255 punti della chiusura di ieri.

Il rendimento del decennale italiano, come riporta l’Ansa, è in rialzo al 3,12%. Sotto pressione i Btp sulla scadenza due anni con il tasso di rendimento che sale all’1,64% e lo spread con il biennale tedesco in rialzo a 231 punti base. Si allarga ancora il differenziale tra i decennali di Italia e Spagna che chiude a 166 punti base per la prima volta da inizio gennaio del 2012.

“Segnale preoccupante per la Repubblica”

Lo spread che cresce “è preoccupante per la Repubblica, che viaggiava in una direzione di maggiore benessere per tutti, soprattutto per chi ha più bisogno. Lo spread è una tassa che la Repubblica paga sui mercati internazionali. Più cresce, più impoverisce l’Italia”. Lo ha dichiarato Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, dal palco del XXIV Congresso nazionale di Acri in corso a Parma.

Inoltre, come riporta l’Adnkronos, Patuelli, “più lo spread cresce, più complica la vita alle banche, perché c’è un peso nel patrimonio e di conseguenza negli indicatori patrimoniali. Nel 2011 abbiamo avuto oltre 500 punti base di spread, ma gli indicatori patrimoniali erano molto inferiori e le soglie minime da allora si sono fortemente innalzate”, precisa il presidente dell’Associazione bancaria italiana.

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