Cronaca

Torre Annunziata, la storia della professoressa trans

In un istituto scolastico di Torre Annunziata c’è una professoressa transessuale. Si chiama Simona Fatima Cira Aiello e all’età di 48 anni ha deciso di compiere e completare il percorso di transizione sessuale. La donna, ha raccontato in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno, di essere stata incoraggiata e supportata dai suoi studenti che l’hanno capita.

Torre Annunziata: la storia di Simona la professoressa trans

La professoressa Simona Fatima Cira Aiello, laureata in Lettere Classiche, è titolare di cattedra d’Italiano e Storia presso l’Istituto Polispecialistico “Marconi Galilei” di Torre Annunziata, dove i suoi studenti l’hanno sostenuta emotivamente nel suo passaggio da uomo a donna.

Simona, 51 anni, un tempo si chiamava Salvatore ed era l’unico maschio in famiglia (ha due sorelle maggiori). Sabato 18 febbraio (alle 19) al teatro Bellini di Napoli racconterà la sua storia nel corso del Lili Elbe Show liberamente ispirato al libro The Danish Girl , come attivista dell’associazione I ken.

Ha preso consapevolezza del suo essere donna a 12 anni, in un periodo storico difficile in cui era impensabile poter essere trans senza i pregiudizi della società: “Purtroppo però erano gli anni ‘80, non era concepibile nemmeno un figlio gay, figuriamoci transessuale. Mio padre mi costrinse persino ad andare all’istituto tecnico mentre io volevo fare il magistrale“.

Al Corriere del Mezzogiorno, Simona ha lasciato anche la propria opinione e definizione di percorso di transizione:

Un atto di responsabilità verso se stessi. Ci sono arrivata tardi, a 48 anni, e non è stata una scelta, ma soltanto un riadeguamento del mio corpo a ciò che conteneva l’anima”.

Il racconto

La professoressa Simona Aiello ha raccontato al Corriere ha raccontato di non voler essere appariscente, come dipinto nell’immaginario comune. Ha seguito un percorso graduale e lentamente ha apportato modifiche nel suo look per non turbare i ragazzi a scuola: “Da donna mi sono presentata vestita senza eccessi. E gradualmente, per fare abituare i miei allievi all’idea che il loro professore fosse diventata una prof“.

La classe ha subito percepito l’unicità del loro professore, che da lì a poco avrebbe cambiato nome, passando da Salvatore a Simona. La professoressa così racconta: “Nella fase della transizione, ho iniziato con piccole cose: un giorno indossavo gli orecchini, un altro mettevo lo smalto. Si sono subito abituati e anche senza domande dirette, hanno compreso la mia situazione“.

Il sostegno di studenti e colleghi

La prof Simona non è stata lasciata sola nel suo percorso, al contrario, ha trovato un gruppo di persone che ha creduto in lei e nel suo percorso.

“Mi hanno supportata, fatta sentire parte di loro. Non ho mai subito atti di violenza verbale per la mia identità. E quando mi sono presentata vestita da donna mi hanno mandato messaggi WhatsApp per incoraggiarmi. La stessa cosa è successa con la dirigente scolastica”.

Chi si è lamentato

Ovviamente, non sono mancate voci di protesta e lamentele per la situazione. Ma Simona è andata avanti, sapeva che sul suo percorso avrebbe incontrato qualcuno che si sarebbe mostrato contrario:

“Tra i colleghi e i bidelli sì, mi hanno dimostrato grande affetto. Solo in pochi si sono chiusi nell’ufficio e li ho sentiti schiamazzare. Ma può capitare. Per il resto: mi ritengo fortunata, soprattutto dello scambio che ho con i miei allievi. Mi hanno accolta come io accolgo le loro storie difficili”.

Ileana Picariello

Ileana Picariello, giornalista del network L'Occhio, è esperta in cronaca nera, politica e inchieste.

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