Cronaca

Torre del Greco: hacker e truffa del phishing per svuotare 60 conti

Ingannavano gli utenti e prelevavano dagli Atm abilitati

Sono state realizzate 60 frodi telematiche da alcuni hacker sul territorio di Torre del Greco. Utilizzavano la truffa del phishing, ottenendo, cioè, informazioni personali sui loro conti fingendosi un ente affidabile. Le indagini coordinate dalla Procura di Napoli hanno portato oggi, 6 aprile, all’esecuzione di 5 decreti di perquisizione nei confronti di altrettanti indagati, tutti residenti in Campania. Due dei quali sono raggiunti anche da un’ordinanza di applicazione degli arresti domiciliari, dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e del sequestro preventivo di 37.080 €.

Hacker sul territorio di Torre del Greco: le indagini

Le indagini sono scattate a seguito di una denuncia presentata da un cliente di un istituto bancario. Aveva subito una frode informatica, con il prelievo fraudolento del denaro contante presso sportelli Atm. L’attività di indagine, condotta da personale della Polizia postale di Napoli e del Commissariato di Torre del Greco, ha consentito di ricostruire uno scenario ben più esteso.

La tecnica degli hacker

Come riporta Il fatto vesuviano, attraverso lo scambio informativo e di coordinamento del Cnaipic, ha permesso di individuare diverse vittime sull’intero territorio nazionale. Oltre a ricostruire le tecniche di frode poste in essere dai 5 indagati. Questi ultimi riuscivano a carpire i dati di accesso alle app di homebanking per sottrarre il credito giacente con la tecnica dello smishing mediante alias. I 5 indagati riuscivano a procurarsi liste di numeri telefonici di ignari destinatari della frode online. Per poi inviare agli stessi sms e far seguire una telefonata di falsi operatori bancari, con chiamate provenienti apparentemente dal numero verde-servizi bancari. Gli sms contenevano avvisi di accesso anomalo e l’invito a collegarsi velocemente, per poter risolvere la problematica Attraverso una semplice digitazione di un falso link presente nel testo del messaggio.

Questo reindirizzava la vittima ad una falsa pagina appositamente creata, del tutto identica a quella dell’istituto bancario. Da qui riuscivano a carpire le credenziali di accesso al conto, come accertato dai tecnici della Polizia delle Comunicazioni. La frode si concludeva con i prelevamenti delle somme fraudolente presso gli Atm abilitati all’incasso con modalità cardless. L’attività di indagine ha consentito di accertare il compimento di 60 frodi e di ricostruire l’importo del danno complessivo perpetrato alle vittime identificate, pari a 62.057 euro

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