Cronaca

Napoli, vestiti falsi e prodotti di Carnevale pericolosi: maxi-operazione della Guardia di Finanza

Vestiti falsi a Scampia, blitz della Guardia di Finanza nella fabbrica del falso dove sono stati sequestrati 114mila capi contraffatti

Maxi sequestro di vestiti falsi Scampia. Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, nel corso di due distinti interventi, ha scoperto nel quartiere Scampia del capoluogo una fabbrica abusiva e sottoposto a sequestro nel complesso 114mila articoli contraffatti, tra cui capi di abbigliamento e accessori di Carnevale.

Vestiti falsi a Scampia, la scoperta della Guardia di Finanza

In particolare, nel corso di un primo intervento, i “Baschi Verdi” del Gruppo Pronto Impiego, seguendo alcune voluminose consegne portate a termine da insospettabili “fattorini”, in realtà tutti collegati allo stesso gruppo, hanno effettuato un primo sequestro, cui è seguita la perquisizione di un appartamento, che ha permesso di accertare che all’interno era stata allestita una vera e propria “fabbrica del falso” attrezzata con macchinari per la produzione di merce contraffatta e materiale utile all’assemblaggio e confezionamento.

Sequestrati oltre 600 capi di abbigliamento già confezionati e pronti ad essere immessi sul mercato, tra maglie, giubbini e pantaloni dei marchi contraffatti “Adidas”, “Chanel”, “Nike”, “Gucci” “Pyrex”, scarpe e borse delle griffes “Alexander Mc Queen”, “Saucony” e “Timberland” ed oltre 28mila tra etichette, cerniere, scatole per scarpe e buste. Denunciata la titolare, una 31enne di Napoli, per contraffazione e ricettazione.

L’intervento a Cardito

Nel corso di un secondo intervento, i finanzieri del Gruppo di Frattamaggiore hanno individuato un’attività commerciale a Cardito, all’interno della quale erano esposti e messi in vendita articoli carnevaleschi e per la cura della persona non sicuri.

Tutti i prodotti, oltre 85mila tra maschere di carnevale, accessori e monili di bijoutteria, sono infatti risultati privi del marchio CE, del foglio illustrativo in lingua italiana, del nome e del marchio del fabbricante o del responsabile dell’immissione sul mercato, elementi necessari per tracciare la provenienza del prodotto e tutelare la salute dei consumatori, in particolare dei più piccoli.

Al termine, gli articoli sono stati sottoposti a sequestro e il responsabile, un 50enne di origine cinese, è stato segnalato alla Camera di Commercio per violazioni al Codice del Consumo.

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