Politica

Via al progetto per la realizzazione di un villaggio Rom a Scampia

NAPOLI. Nella riunione presieduta da Domenico Palmieri approfondimento sulle  azioni amministrative svolte nell’ambito del progetto per la  realizzazione di un insediamento abitativo attrezzato per le  popolazioni Rom nel quartiere dell’area nord. Sono intervenuti  l’assessora al Welfare Roberta Gaeta, Maurizio Conte del Servizio di  Edilizia residenziale pubblica, consiglieri dell’Ottava Municipalità e  l’europarlamentare del Pd e vice presidente della commissione per gli  affari regionali del Parlamento europeo Andrea Cozzolino

La vicenda dei sette milioni di euro di fondi europei concessi per la  costruzione dell’insediamento Rom a Scampia e poi persi perché non  utilizzati nei tempi previsti merita un chiarimento della commissione,  ha detto in apertura il presidente Palmieri, soprattutto alla luce del  momento difficile vissuto dalla città sul fronte dell’accoglienza e  dell’integrazione della popolazione Rom. Vanno evidenziati eventuali  errori procedurali e le motivazioni dei ritardi accumulati che hanno  portato alla revoca dei fondi, nel 2016, soprattutto in vista di un  futuro lavoro interistituzionale che verifichi la possibilità di nuove  progettazioni. In questa direzione va l’invito alla partecipazione  rivolto all’europarlamentare Cozzolino che, nell’ambito del proprio  ruolo, ha presentato interrogazioni sulla perdita dei finanziamenti.
Il primo dato, ha osservato Cozzolino, è che quei fondi non sono più  disponibili, in quanto non utilizzati per tempo per errori di  programmazione che spesso gli amministratori locali compiono,  concludendo l’iter di programmazione troppo a ridosso della scadenza  del programma comunitario. Occorre adesso capire cosa fare per  rilanciare il progetto e cercare nuove linee di finanziamento, che  potrebbero essere quelle contenute all’interno del PON Metro e del  Patto per Napoli.
Un’occasione per fare chiarezza, quella di oggi, secondo l’assessora  Gaeta, ma anche per iniziare un lavoro allargato all’individuazione di  una strategia per mettere in campo diverse soluzioni, intesi come  processi e non come risposta ad emergenze, nell’ottica di quanto  previsto nel Piano di azione locale approvato nel 2016. Ci sono  strategie nazionali che hanno già delineato strumenti operativi, come  il tavolo interistituzionale, e si può pensare ad una direttiva  europea che supporti questa strategia. Se poi ci sono possibilità di  individuare nuove risorse a livello europeo, visto che la Regione ha  cancellato questa linea di intervento, siamo fermi nella volontà di  portare avanti le proposte esistenti.
L’architetto Conte del Servizio edilizia residenziale pubblica ha  ripercorso, anche con l’ausilio di una relazione, distribuita ai  commissari, tutto l’iter procedurale che, a partire dal 2008, venne  messo in moto per rispondere alle esigenze delle comunità nomadi  presenti in tre regioni, Campania compresa, un iter lungo, articolato,  che si conclude nel 2016 con la perdita dei fondi e che vede coinvolte  due amministrazioni comunali, la Regione Campania e diversi altri  soggetti. Una ricostruzione che la commissione Trasparenza ha deciso  di approfondire nei contenuti, in vista di una prossima riunione  dedicata al tema odierno.
Diversi gli interventi dei consiglieri comunali che hanno osservato:  anche se per mancanza di altre istituzioni, è un fatto che si siano  persi finanziamenti comunitari importanti, e spetta alla commissione  capire quali siano le responsabilità del comune, anzi la discussione  sarebbe dovuta avvenire prima (Lebro, La Città); non si fa un buon  servizio se si riduce tutta la discussione solo ad un processo  politico, va invece trovata una modalità per reperire nuove risorse e  risolvere il problema (Coppeto, Napoli in comune a sinistra);  comprendere gli errori compiuti significa evitare la possibilità di  ripeterli in futuro, per questo va fatto un approfondimento degli  atti, fermo restando che va accolta la proposta di collaborazione che  viene dall’Europa, ma rivedendo il progetto nei suoi contenuti nel  senso di considerare la presenza delle persone Rom stanziale e creando  percorsi di edilizia residenziale pubblica (Santoro, Misto-Fratelli  d’Italia); il compito della commissione è verificare gli atti, in un  momento precedente ad una discussione allargata anche ad altre  partecipazioni, come avvenuto oggi. Nell’iter procedurale sono mancati  una serie di passaggi importanti, a partire dall’assenza di un accordo  di programma e della conferenza di servizi. Effetti negativi sono  venuti anche dai rapporti tra sindaco e vertici della Regione e dal  cambiamento di tanti dirigenti alla guida del servizio comunale  competente (Brambilla, Movimento 5 Stelle); il progetto non è stato  considerato congruo secondo le linee europee, perché? Va poi chiarita  la soluzione che si intende trovare per le persone attualmente  ospitate nell’auditorium a Scampia (Arienzo, Partito democratico); la  perdita dei fondi è gravissima, ma non si può fare politica sulla  pelle dei Rom, e la relazione degli uffici andava approfondita prima  della discussione. Ora va riconvocata la commissione e si deve  lavorare insieme, come proposto, applicando però la stessa sinergia  allargata a tutte le questioni importanti per la città (Bismuto, Dema).
Sono intervenuti anche l’assessore dell’Ottava Municipalità Di Vaio,  che ha ricordato il lavoro compiuto con l’assessora Gaeta già  all’indomani dell’incendio a cupa Perillo e l’auspicio di una  riflessione comune, al di là delle divisioni, sulle azioni da  intraprendere per ridare dignità al popolo Rom. Occorre fare presto,  per il consigliere municipale Passaro (Pd) per risolvere i problemi  igienico-sanitari legati alla presenza delle persone alloggiate  nell’auditorium e per evitare di perdere altri fondi, come quelli  stanziati per la bonifica, mentre la consigliera De Marco (Dema) ha  richiamato alla necessità di ricostruire tutti i passaggi procedurali  per evitare errori di giudizio sulle responsabilità, lavorando ai  contenuti di nuove azioni nella commissione Politiche sociali.

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