Cronaca

Vigilantes ucciso, i tre minori fermati non dimostrano alcun segno di pentimento

NAPOLI. I giovani fermati in seguito all’uccisione del vigilantes non hanno dimostrato alcun segno di pentimento.

Soldati facilmente arruolabili in un clan

Stando a quanto riporta un articolo del quotidiano Il Mattino, uno di loro era preoccupato perché non sapeva se al carcere minorile gli avessero o meno concesso di fare la doccia. I giovani delinquenti non sono figli di camorristi, sebbene i tratti distintivi di soldati del clan li abbiano tutti: davanti agli inquirenti, i tre non si sono mostrati affatto rammaricati. Tutti incensurati, i ragazzi appartengono a famiglie modeste, che sbarcano il lunario: chi fa il parcheggiatore abusivo, chi rivende rifiuti di metallo dopo averli raccolti. In alcuni casi, i genitori sono perfino separati, ergo con poca voglia di dedicare tempo ai propri figli che, approfittando dell’assenza di controllo, marinano la scuola e passano le giornate a scorrazzare per il quartiere, uno dei più degradati della città, fino a notte fonda.

Le dichiarazioni del commissario Mandato

«Non si sono strappati i capelli per l’accaduto – fa sapere Bruno Mandato, dirigente del commissariato di Scampia – di avere provocato la morte di un bravo padre di famiglia. Uno dei tre, quando ha capito che l’avrebbero rinchiuso, ha abbracciato il padre, a cui è particolarmente legato, preoccupato del fatto che non lo avrebbe rivisto per lungo tempo. Un altro – ha continuato l’investigatore – era angosciato, ma solo perché non sapeva se gli avessero consentito di fare la doccia».

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