Cronaca

Camorra, le famiglie più potenti a Napoli e provincia: la relazione della Dia

Quali sono le famiglie di camorra più potenti a Napoli e provincia? Lo spiega la Direzione Investigativa Antimafia con la relazione semestrale sull’attività della criminalità organizzata in Italia. Le aggregazioni criminali attive nell’area metropolitana di Napoli risultano sostanzialmente concentrate in due principali compagini camorristiche storicamente contrapposte tra loro e facenti capo, rispettivamente, alla cd. ALLEANZA DI SECONDIGLIANO e alla famiglia MAZZARELLA. Intorno a queste due grandi formazioni gravita una galassia di micro gruppi criminali con influenze in quartieri e rioni cittadini nei quali esercitano uno stretto e pervasivo controllo territoriale.

Camorra, quali sono le famiglie più potenti a Napoli e provincia?

I due cartelli esercitano il controllo esclusivo in due distinte macro aree della città metropolitana
di Napoli
mentre in altre la compresenza di gruppi riconducibili ad entrambe le strutture
criminali più importanti genera una situazione di perenne instabilità a causa di conflitti sugli
assetti territoriali dai confini estremamente variabili.


Pur tuttavia, anche all’interno delle aree di competenza esclusiva dei singoli cartelli si assiste
ad un precario equilibrio mafioso dovuto all’effervescenza di nuovi gruppi e formazioni
criminali che, pur di conquistare spazi e settori illeciti, non esitano a fare ricorso all’uso
indiscriminato della violenza.




Il contesto criminale che ne emerge è quindi caratterizzato da elevata competitività sia tra i
due cartelli camorristici, sia all’interno di ciascuno di essi a causa di frequenti scontri intestini.
Un interessante quadro è stato tratteggiato dall’attuale Procuratore Nazionale Antimafia nel
corso del già citato convegno “La Città e la Camorra – Napoli e la questione criminale” organizzato a
novembre del 2021 dalla Procura di Napoli e dal Laboratorio interdisciplinare di ricerca sulle mafie e
la corruzione (LIRMAC) dell’Università Federico II di Napoli all’interno dell’Ateneo partenopeo.

Nel corso dell’evento sono state altresì illustrate le mappe investigative-giudiziarie delle alleanze di camorra a Napoli, elaborate dalla Procura Distrettuale e dalle Forze di polizia del capoluogo campano, di seguito riportate. Nel semestre di riferimento si sono registrati numerosi episodi particolarmente gravi per la loro violenza che hanno visto come protagonisti diversi gruppi criminali rivali.

In tale dicotomia, in cui i grandi cartelli camorristici vivono in continua simbiosi con i gruppi marginali, i primi garantiscono gli equilibri complessivi del proprio sistema di influenza tramite una consapevole regolazione degli spazi da lasciare ai secondi nel controllo delle tradizionali attività delittuose (in primis lo spaccio di sostanze stupefacenti e il racket delle estorsioni), riservandosi gli “affari” di più alto profilo caratterizzati dalla capacità di generare, enormi profitti con ridotta esposizione a rischi giudiziari. Nel delineato contesto, i gruppi satellite agiscono in territori connotati da elevato deficit valoriale dove si concentrano sacche di povertà, alta densità di popolazione, emarginazione, dispersione scolastica, elevato tasso di disoccupazione e assenza di politiche di inclusione e sostegno delle famiglie.

Elementi, questi, che costituiscono l’humus ideale per la continua rigenerazione di nuova manovalanza a
cui le organizzazioni più strutturate propongono un modus vivendi alternativo sotto il profilo “lavorativo” ma sempre funzionale ai propri interessi. Tale frenetica “competitività” registrata nei contesti criminali cittadini influisce direttamente e inevitabilmente sulla situazione dell’ordine e della sicurezza pubblica del capoluogo ingenerando un’elevata percezione di insicurezza tra la popolazione.

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Operazione Dia Arresti Abbinante
Operazione Dia Arresti Abbinante

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Le famiglie che costituiscono la leadership mafiosa in seno ai due poli costitutivi dello scenario criminale del capoluogo campano sono ormai strutturalmente organizzate per gestire i propri interessi economici nell’ambito dell’economia legale. Si tratta di competenze acquisite nel corso degli anni e rappresentano il risultato di un incessante e silenzioso processo di ibridazione della minaccia criminale partenopea capace di penetrare il tessuto economico, commerciale e imprenditoriale della città. Sicché anche nell’ambito della camorra napoletana si assiste a quanto già osservato per le altre organizzazioni criminali della stessa matrice. La richiamata leadership mafiosa si sovrappone o talvolta sostituisce la stessa dirigenza di aziende commerciali e imprenditoriali nei più svariati settori economici, giungendo talvolta al controllo di intere filiere.

Le numerose azioni di contrasto eseguite da Forze di Polizia, Magistratura e Autorità di Pubblica Sicurezza hanno colpito sia le risorse umane, perlopiù impegnate nella gestione delle attività illecite “su strada” incidendo sulle strutture criminali, sia i profitti illeciti frutto di reinvestimento, minando considerevolmente le capacità economiche delle consorterie.

Tuttavia la fascinazione ingenerata nei soggetti non organici ai sodalizi camorristici e il diffuso consenso acquisito nei ceti più poveri della popolazione napoletana rappresentano un formidabile fattore connettivale in grado di compensare l’incisività dell’azione di contrasto. Nel senso risulta necessario affiancare all’azione antimafia anche mirate manovre di politiche sociali tese al recupero dei livelli di marginalità.

I gruppi criminali

I due principali attori criminali del panorama camorristico napoletano risultano la cd. ALLEANZA DI SECONDIGLIANO e il clan dei MAZZARELLA. I gruppi famigliari che costituiscono l’élite dell’ALLEANZA DI SECONDIGLIANO sono i clan MALLARDO, CONTINIBOSTI e LICCIARDI, i primi due strettamente collegati tra loro anche in ragione dei rapporti familiari intrattenuti (i relativi capi storici hanno sposato tre sorelle).

Il clan Mazzarella

Il clan MAZZARELLA è composto da numerosissimi gruppi criminali minori, stanziali sia
nei quartieri del centro partenopeo, sia al di fuori del capoluogo, estendendo così la propria
egemonia anche su quelli attivi nella provincia di Napoli. Per meglio rappresentare gli assetti criminali delle organizzazioni camorristiche operanti nella città di Napoli l’area metropolitana è stata suddivisa in Area Centro, Area Nord, Area Orientale e Area Occidentale come di seguito descritte.

L’area Napoli-Centro

Con riferimento all’area Napoli-Area Centro (Avvocata, San Lorenzo-Vicaria, Vasto Arenaccia, San Carlo all’Arena-Stella, Mercato-Pendino, Poggioreale, Montecalvario, Chiaia-San Ferdinando-Posillipo) è stato preso in considerazione un ambito territoriale omogeneo sul piano geo-criminale corrispondente ai quartieri del centro storico10 nel capoluogo. Tale ambito è caratterizzato dalla compresenza nei medesimi quartieri di clan affiliati alla cd. ALLEANZA DI SECONDIGLIANO e altri riconducibili al clan MAZZARELLA. I confini territoriali delle due formazioni criminali in questi quartieri risultano molto fluidi, frutto dei riassetti conseguenti alle rivalità intraclaniche e alle numerose e continue azioni di contrasto. I conseguenti vuoti di potere, qualora non tempestivamente colmati, hanno indotto sistematicamente le fazioni avverse ad approfittare di tali svantaggi al fine di espandere l’area d’influenza o di riappropriarsi di vecchi territori perduti.

È da segnalare, in particolare, che in seno al clan MAZZARELLA non risultano sopite le
rivendicazioni di territori cittadini transitati sotto il controllo del contrapposto clan CONTINI
(ALLEANZA DI SECONDIGLIANO), proprio nell’area centrale della città partenopea in cui i
confini tra le due contrapposte formazioni criminali sono ancor più fluidi. Il recente ritorno
in libertà di esponenti di spicco di una famiglia affiliata al clan MAZZARELLA, nel quartiere
San Lorenzo nella zona Forcella di Napoli, potrebbe essere foriera di nuovi attriti tra le due
compagini rivali.



Il clan MAZZARELLA, per il tramite di esponenti della famiglia medesima o di fedelissimi sodali, manterrebbe la propria egemonia su altri gruppi rivali nella gestione delle attività illecite nella zona dei “Decumani”, nei quartieri Mercato, nel rione Stella e nelle aree comprese tra Porta Capuana e Porta Nolana, nonché nella zona cd. Case Nuove. Presenza di gruppi riconducibili al clan MAZZARELLA si rilevano altresì nella zona dell’Università, di Santa Chiara e di Piazza Bovio oltre che nell’area del Pallonetto di Santa Lucia.


Anche nel rione Sanità, dove i sodalizi influenti11 riconducibili all’ALLENZA DI SECONDIGLIANO sono stati sensibilmente indeboliti dalle recenti operazioni di polizia, risulta verosimile il tentativo di espansione da parte del clan MAZZARELLA per il tramite della famiglia BARILE che occupa una posizione apicale nell’ambito delle citate compagini mafiose.

L’area Napoli – Nord

Napoli-Area Nord (Secondigliano, Scampia, San Pietro a Patierno, Miano, Piscinola, Chiaiano,
Vomero e Arenella). Nel quadrante Nord della città di Napoli, si registra in ciascun quartiere una folta presenza di gruppi omogenei tutti aderenti o gravitanti intorno alla cd. Alleanza di Secondigliano.

  • Nell’omonimo quartiere, gli esiti giudiziari riportano la presenza processualmente accertata
  • del clan LICCIARDI che, nonostante la detenzione del proprio leader indiscusso, risulterebbe
  • tuttora articolato in quattro sottogruppi con riconosciuta autonomia operativa ma subordinati
  • al citato clan:
  • -gruppo della Masseria Cardone, emanazione diretta della famiglia LICCIARDI, con a capo il
  • familiare più stretto non detenuto;
  • -gruppo del rione Don Guanella il cui presunto capo risulta in stretti rapporti di parentela con
  • la famiglia LICCIARDI;
  • -gruppo del Rione Berlingieri;
  • -gruppo del Rione Kennedy il quale, in ragione delle operazioni di polizia susseguitesi negli ultimi anni, verserebbe in una situazione di crisi sul piano della leadership criminale e sarebbe
  • oggetto di mire espansionistiche di taluni gruppi contermini.


Nel quartiere di Secondigliano sarebbe operativo anche il clan VANELLA-GRASSI con base
operativa nell’omonima via, il quale, nel corso degli anni, avrebbe assunto una struttura
confederata con più gruppi quali i GRIMALDI16, attivi nel vicino quartiere di San Pietro a
Patierno, gli ANGRISANO17, stanziati in alcuni lotti residenziali di Scampia e gli SPERA
operanti nella nota Vela Celeste (quartiere Scampia).

Nel rione “Terzo Mondo”, il clan DI LAURO proseguirebbe le sue attività criminali nonostante
i numerosi arresti subiti e la perdurante detenzione del capo carismatico e dei suoi figli, uno
dei quali deceduto per cause naturali (il 13 giugno 2022) e l’altro ancora ristretto in regime
differenziato.

La leadership mafiosa sembrerebbe attualmente mantenuta da un altro figlio ancora in libertà che con spiccata iniziativa imprenditoriale, continuerebbe a gestire le tradizionali attività illecite del clan e, in particolare, quelle connesse con il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti. In tale ambito, la Guardia di finanza di Napoli18 nel semestre in esame ha colpito il clan, destabilizzandone l’asse strategico nell’approvvigionamento degli stupefacenti. Il 22 febbraio 2022, i Carabinieri di Castello di Cisterna hanno tratto in arresto19 4 soggetti, tra cui uno dei figli del DI LAURO, in quanto ritenuti responsabili dell’omicidio di un esponente del clan ABBINANTE, incaricato di riciclare i proventi illeciti del sodalizio, commesso il 21 novembre 2004. L’azione omicidiaria sarebbe maturata nel corso della “prima faida di Scampia” (2004-2005) che vedeva contrapposti il clan DI LAURO e il noto cartello scissionista degli AMATO-PAGANO.

Il Clan Marino

Il clan MARINO, che continua a gestire lo spaccio di stupefacenti nella zona cd. delle Case Celesti, è stato colpito nell’ottobre del 2021 da un’ordinanza di custodia cautelare20 i cui esiti processuali si sono sviluppati in tutto il primo semestre 2022 addivenendo, il successivo 27 luglio 202221, alla cattura di tutti gli esponenti di rilievo del clan.
I sodalizi estesi nel quartiere di Scampia sono prevalentemente dediti alla gestione delle piazze
di spaccio e la compresenza di un numero elevato di organizzazioni in quest’area è basata su rapporti di non belligeranza tra loro. Il ferimento con colpi di arma da fuoco commesso nei confronti di due distinti soggetti registrato nel semestre sarebbe da ricondurre a contrasti interni tra componenti dello stesso gruppo.

I clan più attivi

I clan più attivi, sebbene interessati nel corso degli anni da diverse attività investigative, risultano gli ABETE-NOTTURNO e ABBINANTE (nell’area delle Vele, nei vari Lotti e nel rione Monterosa), VANELLA-GRASSI, SACCO e AMATO-PAGANO. Il clan AMATO-PAGANO22 merita una particolare attenzione per il ruolo centrale rivestito nel settore dell’approvvigionamento di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente. Anche il territorio di riferimento del cartello degli storici “Scissionisti” è molto vasto, ricadente in un’ampia area compresa tra il quartiere Scampia e i Comuni dell’hinterland a nord di Napoli (Melito di Napoli, Arzano, Mugnano ed in parte Casavatore), nei quali il clan mantiene – come detto – un ruolo di assoluta centralità nell’approvvigionamento all’ingrosso della droga, soprattutto della cocaina, grazie alla gestione di importanti canali del narcotraffico internazionale e a rapporti privilegiati intrattenuti con i più importanti broker.


omicidio ponticelli chi è morto nome 2 marzo 2023
Foto di repertorio


Un apprezzabile risultato operativo nei confronti del clan in parola è stato registrato con l’arresto eseguito a Dubai (Emirati Arabi) il 4 agosto 2021 di un importantissimo broker internazionale, legato tradizionalmente agli AMATO-PAGANO ed estradato in Italia il 25 marzo 2022. Il boss, inserito tra i latitanti più pericolosi d’Italia, è stato localizzato e catturato all’esito di un’indagine avviata
dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di finanza di Napoli.


Nei quartieri di Miano, Chiaiano, Piscinola e nella zona di Marianella, si assiste al tentativo di ricostituzione di vecchie leadership superstiti dello storico e cruento scontro tra i gruppi ‘ncopp Miano e quello di abbasc’ Miano. La scarcerazione di influenti personaggi storici del clan LO
RUSSO e taluni appartenenti a famiglie criminali del Rione potrebbero generare situazioni di
ulteriori frizioni e tensioni interclaniche.

La zona di Miano

Nella zona di Miano, in cui il numero degli omicidi di camorra risulta in calo rispetto all’anno
2021, il 31 Gennaio scorso sono stati rinvenuti all’interno di un’autovettura in un parco privato del Rione Don Guanella i cadaveri di due soggetti con precedenti di polizia, uno dei quali
fratello di un collaboratore di giustizia e nipote dell’ex capo clan dei LO RUSSO.

A Chiaiano e nella zona di Marianella, località del Comune di Napoli integrata nel quartiere
di Piscinola, si è registrata l’operatività del gruppo criminale, a forte connotazione familistica,
degli SCOGNAMIGLIO, i cui elementi di vertice, nel semestre in questione e da sempre
fedeli alleati del clan LO RUSSO, hanno fruito del regime degli arresti domiciliari nel proprio
quartiere. Nella stessa porzione di territorio è presente anche il gruppo degli STABILE, alleati
al clan LICCIARDI, che potrebbero rappresentare una base operativa di riferimento per il
perseguimento dei più ampi interessi criminali dell’ALLEANZA DI SECONDIGLIANO.

Il territorio, infatti, è caratterizzato da una alta concentrazione di strutture sanitarie della c.d.
zona ospedaliera dell’Area collinare e del Nuovo Policlinico, in passato condivise anche con
esponenti del clan LO RUSSO.

Nei quartieri collinari del Vomero e dell’Arenella si potrebbero generare instabili equilibri
criminali all’interno del clan CIMMINO a seguito dell’operazione della Polizia di Stato di
Napoli che, il 22 ottobre 2021, ne ha arrestato i vertici. Tale eventualità potrebbe portare ad una
riconfigurazione degli assetti camorristici vomeresi atteso che il clan CIMMINO rappresenta,
in quel quartiere, il principale referente dell’ALLEANZA DI SECONDIGLIANO.
Napoli-Area Orientale (S. Giovanni a Teduccio, Barra, Ponticelli).

Napoli, la situazione nella zona orientale


Il quadrante orientale della città risente del marcato dinamismo criminale che è stato descritto
a proposito della area centrale di Napoli. A San Giovanni a Teduccio il precario equilibrio è determinato dalla contrapposizione storica tra i clan MAZZARELLA e RINALDI-REALE. I primi possono contare sull’appoggio logistico-militare dei clan D’AMICO e FORMICOLA mentre i secondi, proiezione diretta dell’ALLEANZA DI SECONDIGLIANO, hanno come loro referenti i clan APREA-CUCCARO-MINICHINI-DE LUCA BOSSA. L’azione repressiva coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli nel primo semestre 2022 ha contribuito a ridimensionare significativamente l’operatività delle organizzazioni criminali camorristiche del quartiere, come quella del clan D’AMICO storicamente alleato al clan
MAZZARELLA. Le puntuali dichiarazioni rese da un importante collaboratore di giustizia,
già al vertice del clan D’AMICO, sono alla base del provvedimento di custodia cautelare in
carcere26 eseguito, il 16 maggio 2022 dalla Polizia di Stato di Napoli, nei confronti di 3 elementi
di vertice dello stesso clan e che hanno altresì fatto luce sull’omicidio di un membro del clan
REALE, consumato l’11 ottobre 2009 nel quartiere di San Giovanni a Teduccio27, eseguito con
evidente modalità mafiosa.


Nel quartiere Barra, ove in passato era stata registrata la prevalente operatività del clan
CUCCARO-APREA, gli assetti criminali sono rimasti sostanzialmente stabili sebbene nel
semestre in questione si siano registrati due ferimenti con arma da fuoco in danno di altrettanti
pregiudicati locali. Sia quello avvenuto il 29 marzo 2022 ai danni di un appartenente al clan
CUCCARO, sia il successivo avvenuto il 21 maggio 2022 sono tuttora al vaglio investigativo
degli inquirenti ma risulta plausibile ipotizzare la sua riconducibilità ad un’“azione punitiva”
nell’ambito delle dinamiche criminali interne al sodalizio.


Lo sfondo criminale del quartiere Ponticelli è invece caratterizzato da un’accesa rivalità tra la
compagine criminale dei DE MICCO-DE MARTINO e il clan DE LUCA BOSSA-MINICHINI
(proiezione dell’ALLEANZA DI SECONDIGLIANO) che persiste ormai da tempo e, di recente,
è culminata nell’omicidio di un congiunto del capo clan dei DE LUCA-BOSSA. Il 4 aprile 2022, la
Polizia di Stato di Napoli ha eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto28 nei confronti
dell’esponente apicale del clan DE MICCO ritenuto responsabile, in concorso con altre 7 persone,
del precitato omicidio. La formazione DE MICCO-DE MARTINO continua a mantenere una
posizione di vantaggio rispetto al clan antagonista anche in ragione della presenza nel territorio
di un esponente della famiglia criminale dei DE MARTINO federata ai precitati DE MICCO.
L’organizzazione rivale dei DE LUCA BOSSA risulterebbe attualmente rappresentata dal
giovane figlio del boss ergastolano tornato in libertà il 19 giugno 2022, a seguito della revoca
della misura cautelare degli arresti domiciliari.




Una serie di eventi significativi occorsi nel semestre in questione farebbero infine ritenere che le
rivendicazioni reciproche delle contrapposte fazioni criminali presenti nel quartiere Ponticelli
potrebbero non essere ancora sopite. Infatti, il 5 giugno 2022, ignoti hanno esploso nottetempo
almeno 12 colpi di arma da fuoco contro l’abitazione di un soggetto ritenuto vicino al clan DE
MICCO, mentre il rientro nel quartiere in regime di detenzione domiciliare di un esponente
di spicco del clan DE LUCA BOSSA e la scarcerazione di un altro rampollo, sottoposto dal
26 N. 20081/20190 RGNR – 1532/2021 RG GIP. Tra i destinatari del provvedimento, vi sarebbero i tre fratelli fondatori ed elementi di vertice del clan D’AMICO.

La situazione in provincia di Napoli

La Provincia settentrionale (Acerra, Afragola, Arzano, Caivano, Cardito, Casalnuovo, Casandrino,
Casavatore, Casoria, Crispano, Frattamaggiore, Frattaminore, Giugliano in Campania, Grumo Nevano,
Marano di Napoli, Melito, Mugnano di Napoli, Qualiano, Sant’Antimo, Villaricca, Volla).
Nel semestre in esame, la provincia settentrionale è stata segnata da un’accesa conflittualità
tra i diversi gruppi che ha interessato principalmente i Comuni di Acerra, Arzano e di
Frattamaggiore. Omicidi e atti intimidatori potrebbero rappresentare infatti un momento di
passaggio a nuovi equilibri criminali e l’affermazione con la forza di gruppi camorristici in
ascesa.


La forza militare imposta tramite atti di violenza non è l’unica manifestazione evidenziata
dalle organizzazioni di camorra che talvolta prediligono anche strategie di affermazione più
sommesse, soprattutto da parte di gruppi criminali più evoluti e strutturati. Lo scopo è quello
di massimizzare i profitti illeciti mediante una più “silente” infiltrazione nell’economia legale
e l’ingerenza nelle amministrazioni locali per aumentare il controllo sociale ed economico nel
territorio.


Nel Comune di Acerra si registra la contestuale operatività di numerosi gruppi criminali
costretti ad una forzata convivenza, fattore questo che potrebbe essere all’origine di una
sequela di ferimenti ed omicidi particolarmente cruenti consumati nel semestre in esame. I
protagonisti di tali atti sono per lo più giovani criminali desiderosi di emergere nel panorama
delinquenziale locale con il ricorso all’uso sistematico della violenza. Nel senso, si richiama la
sparatoria avvenuta il 29 aprile 2022 e che, dalle prime ricostruzioni, sembrerebbe riconducibile
ad un regolamento di conti tra gruppi contrapposti.

La dinamica dell’agguato vede due giovani travistati a bordo di un motociclo raggiungere un’autovettura il cui passeggero veniva attinto dai primi colpi di pistola e che reagiva prontamente al fuoco colpendo mortalmente uno dei killer, prima di perdere la vita poco dopo in ospedale a seguito delle gravi ferite riportate.

Il 1° febbraio 2022, i Carabinieri di Castello di Cisterna hanno eseguito un’ordinanza di
custodia cautelare38 nei confronti di un pregiudicato gravemente indiziato del tentato omicidio,
aggravato dalle modalità mafiose, avvenuto ad Acerra il 21 novembre 2021 ai danni di un altro
soggetto colpito anch’egli dalla medesima misura custodiale. Il 13 aprile 2022, la Polizia di Stato di Acerra e i Carabinieri di Castello di Cisterna hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare39 nei confronti di 4 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso avvenuto il 25 settembre 2021 per agevolare il gruppo degli AVVENTURATO.


Il 20 maggio 2022, i Carabinieri di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione ad un’altra
ordinanza di custodia cautelare a carico di affiliati al sodalizio AVVENTURATO tra i quali
anche due fratelli del defunto capo dell’omonimo sodalizio, assassinato il 19 dicembre 2019.
Nel primo semestre 2022, anche il territorio di Arzano è stato segnato da una escalation di
violenza originata dalla contrapposizione armata tra due clan orbitanti nella sfera d’influenza
degli AMATO-PAGANO: i MONFREGOLO ed i CRISTIANO-MORMILE.

La scarcerazione del 4 gennaio 2022 di un esponente di spicco del clan MONFREGOLO ha riacceso lo scontro tra i due gruppi e una serie di atti intimidatori commessi nei confronti di alcuni appartenenti alla
famiglia CRISTIANO avrebbe convinto questi ultimi ad allontanarsi dal Comune arzanese.
Nello specifico, la contrapposizione violenta e con l’uso di armi troverebbe la sua genesi nel
controllo dell’area della “167” di Arzano (complesso di case popolari in cui risiedevano i membri
della famiglia CRISTIANO e poi occupate da affiliati al clan MONFREGOLO), per estendersi
gradualmente anche nei confinanti Comuni di Frattamaggiore e Frattaminore, luoghi d’origine
dei membri del clan CRISTIANO-MORMILE. In tale contesto, tra l’altro, il gruppo CRISTIANOMORMILE si è scontrato con il gruppo autoctono dei LANDOLFO, referente del clan PEZZELLA
che aveva stretto accordi con i MONFREGOLO. Anche in questo caso la rivalità tra clan di più
basso livello è determinata dal gioco di alleanze tra gruppi di dimensioni più ampie.


Tuttavia, la pronta azione di contrasto avviata dalla magistratura di Napoli ha consentito di
fare luce su una serie di episodi di violenza, attentati dinamitardi, “stese” e colpi d’arma da
fuoco esplosi contro le vetrine degli esercizi commerciali gestiti da soggetti ritenuti “vicini”
all’uno o all’altro schieramento. Nel semestre in parola, due provvedimenti cautelari41 hanno
contribuito a ridimensionare significativamente l’operatività dei MONFREGOLO e dei
CRISTIANO-MORMILE.


Il clan AMATO-PAGANO si confermerebbe nella provincia campana il referente principale per l’approvvigionamento di ingenti quantità di stupefacenti, prevalentemente cocaina, smistate poi alle locali formazioni criminali. Il gruppo influenza, direttamente o tramite i propri referenti, l’intera area Nord dei Comuni della provincia di Napoli tra cui Melito, Mugnano, Arzano e Casavatore e alcune aree di Scampia.

Nel Comune di Afragola, un’imponente indagine è stata conclusa il 20 aprile 2022 con l’arresto
di 57 tra capi e gregari riconducibili alla compagine facente capo alla famiglia MOCCIA, nonché
con il sequestro di beni43 per un valore complessivo di circa 150 milioni di euro44. I destinatari
del provvedimento cautelare sono stati ritenuti responsabili di associazione mafiosa e di diversi
reati, aggravati dalla finalità di agevolare il clan MOCCIA.

La componente imprenditoriale del clan era costituita da un gruppo di imprenditori ritenuti “fiduciari” dei fratelli MOCCIA con i quali questi hanno condiviso investimenti ed interessi di natura economica in settori che spaziano dalla fornitura di materiali edili, al commercio di olii minerali, alla compravendita
di auto e alla raccolta di olii esausti di origine alimentare. In quest’ultimo settore, è stata
documentata l’esistenza di investimenti in attività economiche in Puglia grazie ai rapporti
con taluni rappresentanti di Enti locali. Sono state accertate inoltre manovre distorsive nelle
procedure di gara finalizzate all’aggiudicazione di appalti pubblici per la realizzazione di
infrastrutture ferroviarie in cui avrebbero partecipato alcuni componenti del clan in qualità
di soci occulti di imprenditori aggiudicatari degli appalti. Tra i destinatari del provvedimento
figurano anche il consigliere comunale di una città pugliese, indagato per aver favorito
nell’ambito di gare d’appalto personaggi vicini al clan Moccia e un ex consigliere sempre di
origine pugliese che avrebbe svolto un ruolo di mediatore con alcuni imprenditori, per fatti
risalenti al 2017, sfruttando il proprio ruolo politico-istituzionale.


Il clan MOCCIA è altresì un aggregato criminale di vaste dimensioni (per numero di affiliati
ed estensione del territorio controllato – Afragola, Casoria, Crispano, Caivano, Frattamaggiore,
Frattaminore, Cardito ed Arzano) che ha saputo trasformarsi nel tempo in una sorta di
confederazione composta da gruppi criminali dotati di una propria autonomia e competenza
territoriale. Tale configurazione strutturale ha consentito alla predetta compagine criminale di
sopravvivere alle numerose inchieste giudiziarie e di mantenere il suo potere, tanto da essere
considerata una tra le più potenti e pericolose organizzazioni camorristiche nel panorama
anche nazionale. Nonostante il forte radicamento territoriale nella provincia nord napoletana,
la famiglia MOCCIA è riuscita ad estendere la sua sfera d’influenza ben oltre il territorio di
provenienza, come documentato da talune indagini che hanno messo in evidenza le loro
solide e funzionali relazioni con altri gruppi criminali, anche di matrice non camorristica,
consentendogli di effettuare numerosi investimenti patrimoniali finanche nell’area romana.

Redazione L'Occhio di Napoli

Redazione L'Occhio di Napoli: comunicati stampa, notizie flash, contributi esterni del giornale

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