Politica

Com’è finito il G7 in Canada? Non bene: ecco perché

Colpo di scena, forse anche un po’ annunciato al G7 in Canada. A differenza di quanto era stato ipotizzato nei giorni scorsi, il comunicato finale congiunto tra i 7 Stati che partecipano al summit c’è stato. Si tratta di un documento che, ormai per consuetudine, mette la parola fine a ogni G7 formalizzando gli accordi e le prese di posizione stabilite durante il vertice dai vari capi di Stato e presidenti che vi partecipano.

COME STA ANDANDO IL G7 IN CANADA

Quest’anno, a causa delle divergenze fra gli Stati Uniti di Donald Trump da una parte e gli Stati europei e il Canada dall’altra, questa consuetudine rischiava di saltare. Non è stato così, almeno formalmente. Anche se, alla fine, il banco è saltato comunque. Perché? Per la decisione dello stesso Trump che, dopo aver dato il consenso al comunicato, si è ritirato nella notte, in seguito alla sua partenza da Charlevoix, dove si è tenuto il summit.

Cosa è successo al G7 in Canada

Dopo aver approvato il comunicato, Trump ha lasciato il Canada salendo sull’Air Force One alla volta di Singapore, dove il prossimo 12 giugno incontrerà, in un altro storico appuntamento, il dittatore nordcoreano Kim Jong-un. Proprio nella notte, però, il presidente statunitense ha alzato i livelli dello scontro attaccando in particolar modo il primo ministro Justin Trudeau, definito – via Twitter – “molto disonesto e debole”.

Il pomo della discordia, com’è noto e come lo stesso Trump aveva precisato in un altro tweet, è rappresentato dai dazi imposti a fine maggio dagli Stati Uniti e che riguardano le importazioni di acciaio e alluminio dall’Europa e dal Canada: i primi sono stati fissati al 10 per cento, i secondi al 25 per cento. Si tratta di dazi molto elevati, soprattutto se si considera che gli scambi commerciali tra Usa ed Europa sono al di sotto del 3 per cento.

La posizione di Conte

Il G7 in Canada è stata anche l’occasione per vedere all’opera, in campo internazionale, il neo premier italiano Giuseppe Conte. La sua posizione, e quindi quella del governo, rispetto agli Stati Uniti sembra essere la più morbida, se confrontata con quella degli altri paesi europei rappresentati al G7 (Germania, Francia e Gran Bretagna).

Oltre alla questione dei dazi, che comunque trova l’Italia allineata con Merkel, Macron e May, Giuseppe Conte ha trattato con Trump anche i rapporti con la Russia. Entrambi si sono detti favorevoli alla riammissione di Putin al G8, dopo l’estromissione datata 2014 e dovuta all’inizio della guerra in Ucraina. Il feeling tra i rappresentanti di Usa e Italia è sembrato molto elevato, anche durante un bilaterale fuori programma che si è tenuto nella serata di ieri.

Ecco cosa ha dichiarato alla stampa il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte nell’ultimo giorno del G7 in Canada:

C’è G7… e G7

Che il vento stia cambiando, almeno per quanto riguarda i rapporti tra i paesi economicamente più avanzati che partecipano al G7, è comunque chiaro. Anche dal punto di vista prettamente rappresentativo. Basta comparare queste due immagini, evidenziate su Twitter da Andrea Salerno, che mettono in mostra i diversi atteggiamenti di Trump e Obama, ma soprattutto l’atmosfera differente che si respirava tra i capi di Stato e presidenti del Consiglio negli ultimi due summit.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio