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Villaricca, consiglio comunale sciolto per mafia

Il Comune di Villaricca sciolto per infiltrazioni mafiose. Una decisione arrivata dal Consiglio dei Ministri

È stato sciolto per infiltrazioni mafiose il comune di Villaricca. Una decisione arrivata nella tarda serata di oggi, giovedì 5 agosto, dal Consiglio dei Ministri, e che avrà una durata temporale di diciotto mesi. Allo stesso tempo è stata affidata la gestione del Comune ad una commissione straordinaria.

Villaricca, Comune sciolto per infiltrazioni mafiose

Gli ispettori della Prefettura avevano indagato sul Comune per sei mesi. Lo scioglimento dell’ente amministrato dal sindaco Rosaria Punzo dunque era nell’aria da tempo. Una notizia che arriva poco più di un mese dopo quella dello scioglimento del comune di Marano di Napoli.

Comune sciolto per mafia: perché e cosa succede

Lo scioglimento per infiltrazioni della criminalità organizzata è stato introdotto nel 1991 ed è ora disciplinato nel Testo unico degli enti locali (artt. 143 e seguenti). Si tratta di una misura di prevenzione straordinaria, che si applica quando esiste il reale pericolo che l’attività di un comune o di un’altra amministrazione locale sia piegata agli interessi dei clan mafiosi.

Al fine di accertare il condizionamento delle organizzazioni criminali sull’ente localeil ministro degli interni nomina un’apposita commissione di indagine prefettizia: la legge non prevede attualmente la comunicazione alle Camere dell’avvio della procedura di accesso; si tratta di una lacuna che andrebbe colmata al fine di informare l’opinione pubblica e le forze politiche di un fatto così rilevante nella vita di un ente locale.

La Commissione svolge un approfondito esame dell’attività amministrativa, analizzando anche le risultanze delle indagini giudiziarie sui gruppi criminali presenti sul territorio e gli eventuali provvedimenti adottati nei confronti di amministratori locali e dipendenti; il prefetto trasmette le conclusioni di questo lavoro del comitato provinciale per l’ordine pubblico (che esprime il suo parere al riguardo) e poi al ministro dell’Interno, il quale decide se archiviare (in tal caso la relazione del prefetto non è pubblicata: è un’altra lacuna della normativa attuale) oppure sottoporre la proposta di scioglimento al consiglio dei ministri che delibera nel merito; il successivo decreto di scioglimento del presidente della repubblica, con allegati la relazione del ministro e quella del prefetto, precisa la composizione della commissione straordinaria di tre membri, cui affidare la gestione dell’ente per un periodo massimo di 18 mesi, successivamente prorogabili a 24 mesi, al termine del quale si svolgono nuove elezioni. La relazione del prefetto è inviata anche all’autorità giudiziaria ai fini dell’eventuale applicazione delle misure di prevenzione.

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