Cronaca

Napoli, storia di un avvocato senzatetto costretto a vivere in strada

NAPOLI. Dalle stelle alle stalle: laureato in giurisprudenza, avvocato e senzatetto. Dalle aule di giustizia alla strada.

Dalle stelle alle stalle, la storia di un avvocato clochard

Otto mesi senza mai dormire in un letto: Federico (nome di fantasia), laureato in giurisprudenza è uno dei tanti dimenticati, ombra nelle ombre della notte. E la sua è una storia che merita di essere raccontata.

Seduto su una panchina di piazza Vanvitelli nel quartiere Vomero, Federico tira fuori da un bustone alcune coperte. Poco più in là, tra le colonne del palazzo a due passi dall’uscita della metropolitana, ha sistemato – come fa ogni sera – cartoni e un lenzuolino per passare la notte. È la scena che si ripete da otto mesi: da quando è stato costretto a lasciare un letto vero, quello offertogli dal fratello, che vive in provincia di Caserta.

«La mia – spiega – è una storia complicata. Ho 55 anni, sono un avvocato civilista; lavoravo fino a un anno e mezzo fa in uno studio legale qui vicino».
«Per una serie di disavventure – prosegue – lo studio, che era di mio cugino, fu costretto a chiudere. Provai a guardarmi intorno, mi rimisi su piazza a cercare lavoro altrove, ma fu dura. Niente».

L’abbandono

Dopo diversi mesi Federico alla fine resta disoccupato. A quel punto non gli resta che la famiglia. Ma la famiglia gli viene meno. In buona sostanza l’avvocato si accorge che la seconda moglie del padre defunto da poco di lui non vuole più saperne. Ma la porta che fu della casa in cui è cresciuto non sarà l’unica a chiuderglisi bruscamente in faccia. Perché suo fratello minore, dopo averlo tenuto con sé per alcuni mesi, un bel giorno gli fa capire che il tempo è scaduto. «Ecco come mi ritrovo a dormire qui – conclude – A mio nome non ho più intestato nulla, nemmeno la casa paterna. Qui vicino abitano alcune mie zie: quando passano di qua e mi vedono girano la faccia dall’altra parte».

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