Cronaca

Napoli, festini gay in parrocchia: il caso del falso dossier

Un sacerdote rinviato a giudizio e un carabiniere che sarà processato a breve con rito abbreviato. Il caso del falso dossier sui festini gay in parrocchia finisce al vaglio dei giudici.

Il caso del falso dossier dei festini gay

Agli atti ci sono accuse ben precise, per ipotesi di reato che vanno dall’intrusione abusiva nel sistema informatico del Ministero dell’interno, vale a dire gli Archivi di polizia Sdi, alla rivelazione di segreto d’ufficio, e la calunnia. Per la Procura (pm Converso) i due imputati avrebbero costruito un falso dossier raccontando di festini a luci rosse per screditare don Mario d’Orlando, parroco a Pizzofalcone, e Giovanni Varriale, della diocesi di Pozzuoli.

I fatti risalgono al 2017. La Procura indagò su quei presunti festini per verificare se ci fosse dietro un giro di prostituzione ma non emerse nulla e alla fine archiviò. E così si è arrivati a questa seconda parte dell’indagine, con l’ipotesi che la storia degli incontri hard sia sta una montatura creata ad hoc. Oggi le due vittime si sono costituite parte civile: don Mario rappresentato dall’avvocato Raffaele Chiummariello e Varriale rappresentato dall’avvocato Roberto Rapalo.

Il rinvio a giudizio è stato deciso dal giudice Caputo al termine dell’udienza preliminare. Gli imputati sono don Alessandro Grimaldi, della diocesi di Benevento, e Ciro Muti, carabiniere e diacono. Difesi dagli avvocati Onofrio Annunziata, Massimiliano Cornacchione e Mario Izzo, potranno chiarire la propria posizione e difendersi nel corso del processo che per don Alessandro inizierà a ottobre e per Muti a fine giugno.

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