Cronaca

Porta droga al padre in carcere, arrestata donna a Napoli

NAPOLI. Erano tra i familiari dei detenuti del carcere di Poggioreale che stavano effettuando il colloquio con i congiunti ristretti, ma durante l’incontro la figlia ha passato della droga al padre detenuto. L’illecito non è sfuggito agli attenti controlli dei poliziotti penitenziari.

Droga in carcere, la denuncia del SAPPE

Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. commenta: “È stata intercettata altra droga diretta all’interno del carcere di Poggioreale. Trapela la notizia che nelle ultime ore è stata sequestrata ad un detenuto napoletano una quantità di hashish pari a 45 grammi. Come risulta dall’azione investigativa dell’attento personale della Polizia Penitenziaria in servizio al Reparto Colloqui, un detenuto giudicabile per rapina e spaccio riceveva dalla figlia, durante il colloquio, la sostanza stupefacente che con destrezza occultava nelle parti intime per poi introdurla nel Padiglione Salerno ove è  ubicato. Dopo accurata perquisizione la droga è  stata sequestrata al recluso e la figlia arrestata e tradotta al Carcere femminile di Pozzuoli a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente. La Polizia Penitenziaria ancora una volta garantisce la legalità e riesce, grazie alla alta professionalità messa in campo, ad interrompere un traffico illecito tra l’esterno e l’interno. Un encomio da parte del SAPPE Va al personale del Reparto Colloqui di Poggioreale che riesce ogni giorno a controllare migliaia di familiari che incontrano i detenuti il tutto in condizioni precarie causa la carenza organica e le deficienze strutturali del settore di un Istituto come quello in questione che ospita circa 2200 detenuti. Nonostante le difficoltà e l’emergenza ormai cronica della struttura penitenziaria partenopea la Polizia Penitenziaria resiste e diviene argine all’agire malavitoso che cerca di assoggettare al proprio “potere” anche il circuito penitenziario”.

Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “Questo episodio, oltre a confermare il grado di maturità raggiunto e le elevate doti professionali del Personale di Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Poggioreale a Napoli, ci ricorda che il primo compito della Polizia Penitenziaria è e rimane quello di garantire la sicurezza dei luoghi di pena e impongono oggi più che mai una seria riflessione sul bilanciamento tra necessità di sicurezza e bisogno di trattamento dei detenuti. Tutti possono immaginare quali e quante conseguenze avrebbe potuto causare l’introduzione di droga in un carcere. Nonostante nella maggior parte degli istituti penitenziari si stiano adottando misure di sicurezza basate sulla dinamicità e sulla videosorveglianza, che a nulla servono se non si prevede l’obbligo del lavoro per i detenuti, non ci sono telecamere e altri sistemi di sicurezza che possano intervenire e sostituire la professionalità della Polizia Penitenziaria”.

Il SAPPE evidenzia che “dai dati in nostro possesso sappiamo che il 25% delle persone, italiane e straniere, detenute in Italia, ossia uno su quattro, ha problemi di droga. Nelle carceri della Campania Lazio questa percentuale sui tossicodipendenti ristretti in carcere sale al 30%, ossia un detenuto su tre ha dipendenza da droga. Per chiarezza va ricordato che le persone tossicodipendenti o alcoldipendenti all’interno delle carceri sono presenti per aver commesso vari tipi di reati e non per la condizione di tossicodipendenza. La loro presenza comporta da sempre notevoli problemi sia per la gestione di queste persone all’interno di un ambiente di per se cosi problematico, sia per la complessità che la cura di tale stato di malattia comporta. Non vi è dubbio che chi è affetto da tale condizione patologica debba e possa trovare opportune cure al di fuori del carcere e che esistano da tempo dispositivi di legge che permettono di poter realizzare tale intervento. Ma, nel contempo, va stroncato con fermezza ogni tentativo illecito di introdurre e far circolare droga in carcere e va punito severamente chi se ne rende responsabile”.

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