Inchiesta

Quali sono i clan di camorra più potenti della zona di Acerra | La storia e i protagonisti degli Andreatta e Avventurato

Quali sono i clan di camorra più potenti della zona di Acerra? La camorra è la più potente forma di criminalità organizzata del mondo. Presente in diversi continenti e nelle maggiori nazioni che le permettono di gestire i propri traffici illeciti e di operare in tutti i settori finanziari illegali e legali, con un fatturato annuo di centinaia di milioni di euro, in continuo aumento. Nell’ultima relazione Dia 2023, pubblicata dal Ministero dell’ Interno, organi di Inchiesta di massimo livello hanno effettuato indagini su oltre 200 famiglie di camorra, riuscendo a realizzare un elenco di migliaia di affiliati, operanti in Campania, sul territorio nazionale e internazionale. Gli inquirenti hanno così individuato la regia criminale più potente di Acerra, governante su tutti gli affari illeciti. Il gruppo è formato dai clan di camorra Andreatta e Avventurato.

Camorra: i clan più potenti della zona di Acerra

I clan Andreatta e Avventurato vennero fondati da Salvatore Andreatta e Bruno Avventurato. Benché ci fosse un’alleanza tra i due gruppi egemoni di Acerra, i clan mantennero sempre una loro indipendenza. Caratteristiche delle due organizzazioni erano una notevole forza di fuoco, stretti contatti con rappresentanti politici collusi e società di controllo, aziende di costruzione che usavano prestanomi, agenzie di credito e società finanziarie, attività commerciali di ristorazione e di abbigliamento, riscossione del pizzo ai commercianti dei mercati rionali e delle attività più prosperose, piazze di spaccio e traffico d’armi.

Salvatore Andreatta
Salvatore Andreatta

I clan Andreatta e Avventurato, la storia

Operatori delle forze dell’ordine sotto “busta paga” garantivano l’invisibilità e la libertà di movimento dei clan e il completo controllo di tutti i traffici illeciti su Acerra e zone limitrofe. Sicuri della propria potenza, organizzarono anche diversi attentati eccellenti per eliminare qualsiasi ostacolo alla loro supremazia. Con commando di sicari centauri, misero in atto attentati con esplosivi e pesanti aggressioni fisiche a chiunque si ribellasse alle loro richieste, o intralciasse i loro affari.

L’inchino della Madonna dell’Arco ad personam

Domenica 30 gennaio 2022, all’interno dello stabile di via Garigliano, attraverso le immagini registrate da una telecamera occultata posizionata dalla Dia, piazzato sul cellulare del boss Salvatore Andreatta, 60 anni, e dalle conversazioni telefoniche intercettate, la parata religiosa dei battenti, vestiti di bianco, con una fascia trasversale azzurra ed una cintura rossa legata alla vita, reggevano l’effige sacra della “Madonna dell’Arco”. Alle ore 11.23 circa, veniva ripresa l’entrare nel cortile dello stabile della famiglia, al cospetto di Salvatore Andretta, il quale, affacciato dal proprio terrazzo, in compagnia del fratello Diego, del figlio Andrea, e di un parente di sua moglie, dava indicazione ai battenti affinché questi si posizionassero per effettuare il rito sacro “ad personam”.

Rione Gescal Acerra

Suo cognato, conversando telefonicamente con Salvatore affermava:

(…) Io sono l’amante tuo, io mi atteggio di brutto in mezzo alla strada, sono un leone per merito tuo, ma tu lo sai, io da quando sono uscito dal carcere grazie a te, sono un personaggio. Mi rispettano tutti. Mi guardano tutti e mi salutano (…). L’esaltato potere di intimidazione di Salvatore Andretta, del resto, era noto, nei discorsi del boss, quando, raccontava al figlio un episodio di tentativo di estorsione, il boss non solo si definiva “camorrista” ma, con arroganza diceva che se avessero denunciato i suoi affiliati, non avrebbe delegato altri uomini a punire i responsabili, ma avrebbe castigato di persona e “a viso scoperto” gli eventuali denuncianti. Il discorso con le parole testuali al figlio:

(….) Ti dico una cosa, io faccio il camorrista ad Acerra, e se denunciano i compagni miei, e se i compagni miei mi portano l’imbasciata, io non li faccio sparare dagli altri. Li vado a sparare io a viso scoperto (…).

Blitz notturno Dia

La beffa della denuncia della signora Milena Petrella

I clan chiedevano il pizzo a diversi imprenditori di Acerra e dopo tutti i discorsi fatti dal boss Salvatore Andreatta, sulla vendetta e la punizione a viso scoperto ai denuncianti, dopo che il clan chiese la tangente al marito dell’assessore all’Istruzione Milena Petrella, scattò la denuncia. La sig. Milena Petrella senza timore si rivolse alle Autorità e fece querela/denuncia dell’accaduto, con tanto di nomi e cognomi. Il boss Salvatore Andreatta non fece in tempo a mettere in atto la sua “famosa promessa di vendetta” ai denuncianti, che le Forze dello Stato con una serie di Operazioni e maxiblitz arrestarono circa 20 soggetti compreso i boss, beffati dalla troppa sicurezza e la convinzione di essere impunibili. Questo fu solo l’inizio della risposta dello Stato ai gruppi criminali.

Maxiblitz Dia Acerra

La risposta dello Stato

Furono messe in atto alcune maxi operazioni da parte delle Forze dello Stato per placare le azioni violente e sovversive dei clan, i continui raid nei confronti dei commercianti con scopi estorsivi e soprattutto le loro infiltrazioni negli appalti pubblici e all’interno delle amministrazioni pubbliche. Grazie a maxiblitz e interventi mirati vennero effettuati diversi arresti e sequestri di beni immobili per migliaia di euro, e vennero bloccati diversi conti bancari intestati a prestanomi, ma presumibilmente di proprietà dei boss, sia in Italia che all’estero.

Castello Baronale di Acerra

I clan Andreatta e Avventurato oggi

I gruppi, grazie ai fedelissimi, nonostante i duri colpi subiti da parte delle Forze dello Stato, persistono e continuano a portare avanti gli affari, soprattutto dopo che, per fine pena, molti uomini di spicco dei clan sono usciti di carcere e hanno ripreso la propria posizione di comando. Tuttora i clan Andreatta e Avventurato sono attivi e i più potenti di Acerra.

Dia

La relazione Dia

Attraverso i varchi realizzati nelle zone d’ombra del sistema statale mediante raffinate strategie di corruzione, la camorra, è arrivata in diverse occasioni a manipolare le elezioni politiche. Ricattando, o elargendo tangenti a sindaci ed assessori selezionati e collocati nelle amministrazioni chiave per ottenere i propri vantaggi. Erroneamente considerata dall’opinione pubblica come un’organizzazione “anti-Stato”, la camorra è invece un Sistema che si prefigge obiettivi quali quelli di stringere legami con funzionari corrotti e collusioni proprio con il sottobosco degli apparati deviati dello Stato. Gli inquirenti antimafia, affiancati anche dai Servizi di Intelligence, investigano queste “mele marce”, non solo perché sono funzionari dello Stato corrotti, ma perché con le loro azioni mettono in pericolo la sicurezza nazionale.

Gli arresti e la “fine” del clan

Lo scorso luglio ad Acerra in un colpo solo sono stati sgominati due clan. Arrestati capi e gregari dei gruppi criminali che fanno capo a Salvatore Andretta e a Bruno Avventurato. L’operazione anti-camorra è stata condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna guidati dal capitano Andrea Coratza, i quali hanno dato esecuzione a una misura cautelare emessa dal gip partenopeo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

Effettuati 19 arresti. Per 18 indagati è stato disposto il carcere. Uno è stato ristretto ai domiciliari, mentre per un altro è stato disposto il divieto di dimora nel Comune di Acerra. Due risultato irreperibili. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, traffico illecito di droga, estorsione, detenzione e porto di armi.

L’indagine ha rivelato l’esistenza di due organizzazioni camorristiche operanti nel Comune di Acerra, unite da un’alleanza ma distinte tra loro, nonché un’associazione dedita al narcotraffico. Inoltre, sono emersi numerosi casi di estorsione ai danni di imprenditori, inclusa una tentata estorsione al marito dell’assessore all’Istruzione Milena Petrella, che si ribellò e denunciò l’accaduto.

L’operazione condotta dai carabinieri ha portato all’arresto di 19 persone coinvolte in attività camorristiche ad Acerra. Le accuse contestate includono associazione mafiosa, traffico illecito di droga, estorsione, detenzione e porto di armi. L’indagine ha rivelato l’esistenza di due organizzazioni criminali camorristiche, che operavano nel comune, unite da un’alleanza ma con specifiche distinzioni. Inoltre, è emersa un’associazione dedicata al narcotraffico, coinvolta nel traffico illecito di droga nella zona.

L’indagine ha evidenziato l’esistenza di due organizzazioni criminali camorristiche ad Acerra, unite da un’alleanza ma distinte tra loro, oltre a un’associazione dedita al narcotraffico. Inoltre, sono stati scoperti diversi casi di estorsione ai danni di imprenditori locali, incluso un tentativo di estorsione al marito dell’assessore all’Istruzione Milena Petrella, che ha denunciato l’accaduto. L’operazione, portata a termine grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali e alle rivelazioni dei collaboratori di giustizia, rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata e contribuisce a ristabilire la sicurezza e la tranquillità nella comunità di Acerra.

arresti clan Andreatta e Avventurato

Giuseppe De Micco

Giuseppe De Micco è un giornalista di inchiesta. Si occupa soprattutto di criminalità organizzata in Campania

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