Cronaca

Salvini definisce “privilegiati” i docenti: la risposta di un insegnante

NAPOLI. L’ennesima uscita infelice del leader leghista Matteo Salvini scatena l’inferno. Ancora una provocazione, ancora una volta il Leader della Lega Matteo Salvini solleva il polverone. «Gli insegnanti sono dei privilegiati – scrive l’esponente del Carroccio – nessuno fa tre mesi di vacanza». Secondo quanto riporta il quotidiano Il Mattino, un insegnante partenopeo gli ha risposto per le rime, elencando gli innumerevoli ostacoli che lui e i suoi colleghi sono stati costretti a superare per ottenere il posto di lavoro.

Lettera a Matteo Salvini

«Caro Salvini – scrive Luca – non ci sentivamo da qualche giorno e non mi sei mancato. Per niente. Io capisco che con l’istruzione non ci vai molto d’accordo, tu che non sei riuscito a laurearti per scarsa applicazione e che parli quindi di cose di cui sei poco a conoscenza. Allora lascia che il sottoscritto, un insegnante che per arrivare a conseguire un posto nella scuola ha dovuto sostenere circa 50 esami, e parlo di laurea triennale, laurea specialistica, abilitazione all’insegnamento, fare 10 anni di precariato in diverse regioni d’Italia e superare un concorso pubblico con oltre 10.000 candidati, dicevo, lascia che il sottoscritto ti istruisca un po’: secondo la tua analisi, probabilmente basata su leggende metropolitane, tipo gli immigrati ci rubano il lavoro e prendono 30 euro al giorno, noi insegnanti saremmo dei privilegiati perché rispetto ai nostri colleghi europei facciamo 3 mesi di vacanze. Allora, intanto sarebbe opportuno stabilire che rispetto ai nostri colleghi europei, noi insegnanti italiani siamo pagati molto al di sotto della media. Molto meno rispetto ai colleghi di Germania, Spagna, Portogallo, Austria, Belgio, Finlandia e potrei continuare». E conclude: «Dalla nostra prospettiva invece, noi non possiamo contare su di voi politici italiani, perché non siete competenti come quelli europei e di certo non lavorate di più di quelli europei, ma inspiegabilmente guadagnate molto di più. Fino al 60 per cento in più».

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