Curiosità

La storia del microscopio ottico dalle origini a oggi

C’era un tempo in cui il microscopio ottico veniva considerato uno strumento riservato esclusivamente a scienziati e specialisti; noi comuni mortali potevamo vederlo solo nei laboratori di analisi, oppure in qualche film o serie TV.

Oggi le cose sono decisamente cambiate. Lo sviluppo tecnologico ha portato il microscopio in tutte le scuole e anche in molte case, dove gli amanti delle scienze naturali possono usarlo per coltivare le proprie passioni e analizzare il mondo che ci circonda.

Nell’articolo di oggi ripercorriamo insieme la storia del microscopio ottico, dalla sua invenzione alla sua diffusione.

Le origini del microscopio ottico: la lente di ingrandimento

La storia della produzione di lenti e dispositivi per l’ingrandimento degli oggetti risale a un passato molto lontano. Uno degli esemplari più antichi di lente di ingrandimento giunto fino a noi è stato rinvenuto da Heinrich Schliemann nel 1890, durante gli scavi della città di Troia: una lente d’ingrandimento convessa con un diametro di 55 mm e una lunghezza focale di 150 mm realizzata in cristallo di rocca ben 2.500 anni prima della nostra era.

Le lenti in vetro iniziarono a essere prodotte intorno al 600-400 a.C. e furono scoperte in Mesopotamia, mentre la prima doppia lente convessa su due lati venne rinvenuta nel 1877 in Svezia. L’elenco potrebbe continuare, ma tutte queste lenti hanno una cosa in comune: non conosciamo con certezza come venivano applicate e per cosa.

La prima descrizione approfondita del funzionamento delle lenti di ingrandimento è stata trovata nelle opere di un monaco francescano: Roger Bacon (1214-1294), che non era solo un laureato dell’Università di Oxford, ma  a suo tempo divenne anche famoso come un eminente scienziato e pensatore.

Dalla lente al microscopio ottico

Il microscopio ottico è apparso quando gli scienziati hanno iniziato a creare dei sistemi di due o più lenti di ingrandimento in modo da poter moltiplicare la loro capacità di ingrandire le immagini che vi si guardano attraverso.

Nel 1619, l’inventore olandese Cornelius Drebbel, inventò il primo microscopio ottico unendo diverse lenti di ingrandimento convesse. Questo prototipo venne poi migliorato dal fisico Christiaan Huygens che aggiunse la possibilità di regolare gli oculari.

Successivamente, nel 1665, lo scienziato inglese Robert Hooke prese lo strumento di Huygens e vi aggiunse un’altra lente di ingrandimento, diventando così il primo uomo sulla terra a vedere le cellule di una sezione di sughero.

Molti considerano proprio Hooke come l’inventore del microscopio ottico per come lo conosciamo noi ai giorni nostri. Da allora, infatti, lo sviluppo di questo strumento di laboratorio è stato guidato dalla volontà di adattarlo ai vari settori e alle varie sfere della scienza.

I vari tipi di microscopio ottico

Basta visitare un sito internet come RS per rendersi conto che esistono tantissimi modelli di microscopio ottico, ognuno dei quali ha le proprie caratteristiche peculiari e viene impiegato ancora oggi per compiti specifici.

Ad esempio, il microscopio ottico polarizzatore funziona con luce polarizzata ed è lo strumento ideale per analizzare nel dettaglio diamanti, pietre preziose e, più in generale, i minerali, sia quelli presenti sul nostro pianeta, sia quelli provenienti da fuori, come i meteoriti. Questo microscopio venne inventato alla fine del XIX secolo dall’inglese Henry Clifton Sorby.

Ora, invece, pensiamo al microscopio elettronico che è in grado di ricreare un’immagine molto ingrandita e ad alta risoluzione di qualsiasi oggetto non solo grazie alle sue lenti, ma anche e soprattutto a un fascio di elettroni che sostituisce la classica fonte luminosa di un microscopio ottico.

Questo modello lo dobbiamo a Robert Rudenberg ed Ernst Ruska. Il primo, nel 1930, brevettò un dispositivo che ingrandiva gli oggetti applicando fasci di elettroni, mentre Ruska ottenne il Premio Nobel per la fisica dopo aver assemblato un microscopio ottico simile ai moderni strumenti elettronici.

Redazione L'Occhio di Napoli

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