Politica

Caso Moro, il quarantennale degli ex Br: “Ci lasciarono fare”

NAPOLI. Quest’anno, il 9 maggio, ricorrerà il quarantennale dell’omicidio di Aldo Moro, l’ex presidente della Democrazia Cristiana che fu prima rapito e poi ucciso da militanti della Brigate Rosse nel 1978. A 40 anni di distanza da una vicenda che è spesso identificata con la locuzione di caso Moro, persistono molti punti oscuri sui quali le indagini e le commissioni parlamentari ancora non sono riusciti a fare luce.

Le Br ai tempi di Facebook

Intanto alcuni ex brigatisti fanno sentire la propria voce anche dal social network più utilizzato al mondo. Barbara Balzerani, ad esempio, in un post pubblicato e poi cancellato il 9 gennaio scorso, ha scritto: «Chi mi ospita oltre confine per i fasti del 40ennale?». L’ex attivista delle Brigate Rosse si riferisce all’anniversario del rapimento di Moro, che ricorre il 16 marzo. Quel giorno del 1978, infatti, l’allora presidente della Dc fu sequestrato in via Mario Fani a Roma mentre gli uomini della sua scorta vennero uccisi.

La risposta

La frase di Balzerani è stata commentata subito da un altro ex Br, Raimondo Etro, che ha detto scritto alla sua ex compagna di militanza una lettera aperta in cui scrive: «Avendo anche io fatto parte di quella setta denominata Brigate rosse, provo vergogna verso me stesso e profonda pena verso di lei, talmente piena di sé da non rendersi neanche conto di quello che dice».

Etro, che custodì le armi usate in via Fani, ha inviato la sua lettera anche a Giovanni Ricci, figlio dell’appuntato dei Carabinieri Domenico, che guidava l’auto di Moro, e al membro della commissione d’inchiesta parlamentare sul delitto Moro, Gero Grassi del Pd.

Rivolgendosi ancora a Barbara Balzerani, l’ex brigatista le chiede «di tacere semplicemente in nome dell’umanità verso le vittime, inclusi quelli caduti tra noi».

Balzerani, che oggi ha 69 anni e non si è mai pentita né dissociata, è uscita dal carcere nel 2011. Poche ore fa, riferendosi proprio al post del 9 gennaio, ha pubblicato un altro intervento sul proprio profilo Facebook in cui precisa il significato di una parola che sarebbe stata interpretata male da commentatori e osservatori: “fasti”.

 

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