Cronaca

Aggressione ad Arturo, (quasi) identificato il quarto complice

NAPOLI. Aggressione ad Arturo, identificato il quarto componente della baby gang: lo riporta il quotidiano Il Mattino.

Tuttavia, stando a quanto si è appreso, gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo sulle indagini: l’identificazione del quarto minore non è stata ancora confermata ufficialmente.

Aggressione ad Arturo, le indagini

Un lavoro certosino, incessante quello degli investigatori. Fatto di incroci e di sofisticate analisi tecniche di alcune immagini registrate. A dare impulso alle indagini, oltre ad alcune immagini delle telecamere che riprendono il gruppetto in fuga dopo il raid, ci sarebbe infatti anche un importante «incrocio di dati» derivante dall’esame approfondito di alcuni profili facebook.

Aggredito Arturo, identificato il nano

A cominciare da quello dei primi due giovanissimi indagati. Scrutando nella cerchia degli amici, insomma, sarebbero arrivate importanti conferme investigative. Lo stesso questore Antonio De Iesu ha ribadito, qualche giorno fa, che sul caso vi sono elementi importanti, concreti, capaci di far chiudere il cerchio intorno agli aggressori. «È un momento delicato delle indagini – ha dichiarato il questore – Siamo riusciti a individuare il nano (F.C., il 15enne della Sanità, considerato l’esecutore materiale della sanguinosa aggressione nonché il «capo» della gang, finito agli arresti ed attualmente detenuto nel carcere minorile di Airola con l’accusa di tentato omicidio, ndr) con il supporto delle indagini. Per il resto, procediamo con cautela».

Gli altri identificati

Ma il lavoro degli agenti della Mobile e della Scientifica ha – in questi ultimi giorni – consentito di fare un ulteriore salto di qualità. Consentendo l’individuazione non solo di altri due presunti componenti la banda di baby criminali armati di coltello, ma di identificare anche il quarto minorenne che si accompagnava al nano e ai suoi amici.

«Abbiamo delle indicazioni, degli elementi, continuiamo a lavorare intensamente al caso», ha aggiunto il questore di Napoli, pur senza mai entrare nel merito dei particolari e tanto meno confermando l’identificazione di un quarto presunto indagato. Di lui tuttavia si sa che si farebbe chiamare «Genny», e che in alcuni fotogrammi scannerizzati dagli investigatori è riconoscibile, in strada a via Foria, mentre indossa un giubbotto verde militare e un passamontagna che gli copre parzialmente il viso. In un’altra immagine postata sul proprio profilo Facebook lo stesso compare sul lungomare di via Partenope abbracciato con il nano.

Ma prima di consegnare l’informativa finale ai pm coordinati dal procuratore per i minori, Maria De Luzenberger, la polizia vuole non solo avere la certezza delle singole identità, ma soprattutto definire le rispettive condotte penalmente rilevanti dei componenti del «branco». Non si tratta di questione di lana caprina. Tutt’altro.

Sette fotogrammi. Sette immagini cristallizzate avrebbero consentito di fornire un identikit del quarto ragazzino che faceva parte della baby gang entrata in azione a via Foria. Il che – naturalmente – non autorizza a dire che il suo nome venga automaticamente iscritto nel registro degli indagati. Un rapidissimo spezzone di video acquisito dalla Questura permetterebbe, dunque, di risalire al gruppo nel suo insieme.

Ma il condizionale (e le cautele imposte dalla delicatezza del caso) restano un imperativo categorico. Anche perché già due dei tre indagati formalmente dalla Procura dei Colli Aminei hanno respinto tutte le accuse e gli addebiti. Ma ricapitoliamo le tappe della vicenda giudiziaria. Dopo l’arresto del 15enne F.C. e dopo la decisione di iscrivere nel registro degli indagati un suo amico di 17 anni (fermato e rilasciato lo scorso 24 dicembre nel giro di un paio di ore, grazie ad un alibi che lo avrebbe scagionato), gli inquirenti avevano notificato il 16 gennaio scorso – un invito a comparire nei confronti di un terzo minore ritenuto coinvolto nel raid di via Foria.

L’adolescente viene considerato legato alla cerchia di amici di F.C. – ‘o nano – ed è stato formalmente indagato per concorso in tentato omicidio. E dunque questo è il quadro: per l’aggressione di Arturo ci sono tre minori, e a breve probabilmente anche un quarto. Il primo è il 15enne arrestato. A lui si sono aggiunti altri due adolescenti, formalmente indagati. Ed ora ai tre si affiancherebbe – sempre che venga confermata la sua presenza al momento dell’aggressione di Arturo – anche un quarto.

Va anche ricordato che uno dei due indagati a piede libero (giovanissimo aspirante artigiano di una bottega di pastori di San Gregorio Armeno) ha fornito un alibi che lo porrebbe al di fuori del contesto sia spaziale che temporale riconducibile al momento e al luogo del ferimento di Arturo.

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