Cronaca

Alessia morta per un intervento, le parole del padre: “Verità e giustizia per mia figlia”

“Verità e giustizia per mia figlia”, sono le parole che riesce a malapena a pronunciare il padre di Alessia Neboso, la 21enne morta dopo un intervento al seno. Il 52enne ieri, venerdì 22 settembre, ha trascorso la giornata chiuso in casa, circondato dall’affetto dei familiari, per raccogliere forze e lucidità. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Alessia morta per un intervento, le parole del padre

Salvatore, stremato dal dolore e supportato da un amico, ha ricostruito il loro calvario. “Mia figlia è stata operata l’11 settembre in una clinica privata ed è stata dimessa il pomeriggio del giorno stesso visto che, secondo i medici, l’intervento era andato bene. Durnte le visite di controllo, nei giorni successivi, le era stato riscontrato del ristagno di liquidi ma nulla che potesse farci preoccupare. Nonostante questo, Alessia ha cominciato a sentirsi male con sensazione di spossatezza fino ad avere la febbre alta”.

“Mia moglie ha contattato subito il medico che l’aveva operata descrivendo tutti i problemi di Alessia e insistendo affinché la visitasse. Inizialmente siamo riusciti ad ottenere solo una visita in modalità videochiamata ma era evidente che le condizioni di mia figlia stavano peggiorando sempre di più, perdeva le forze e non riusciva ad essere autonoma. A quel punto mia moglie ha continuato ad insistere pretendendo la visita. La clinica non era operativa perché era il giorno di San Gennaro ma, alla fine, hanno acconsentito a visitarla e aprire la clinica”.

Le condizioni di Alessia

“Alessia aveva avuto febbre, vomito ed era senza forze. In famiglia eravamo molto preoccupati e lo siamo stati ancora di più quando il 20 settembre, dopo un’altra visita in clinica, è stata trasferita in una casa di cura privata ad Acerra. A mia moglie non è stato consentito entrare: abbiamo atteso molto tempo prima di sapere del trasferimento all’ospedale di Acerra dove ci siamo precipitati immediatamente”.

“Nella casa di cura di Acerra, Alessia è stata operata. Siamo riusciti a vederla. Il fratello maggiore e noi genitori siamo riusciti anche a parlarle ma con le ore che passavano parlava sempre meno e le sue condizioni peggioravano. Pronunciava poche parole e facevamo fatica a capirne il senso. Il 21 settembre ci hanno detto che non ce l’aveva fatta e ci è crollato il mondo addosso.

Ci sono molte cose che non abbiamo saputo e che, a nostro parere, non dovevano succede. Ad esempio durante le visite di controllo per le quali abbiamo insistito, non è stato consentito a mia moglie di entrare e abbiamo capito che Alessia è stata trasportato con un’auto e non in un’ambulanza. Non abbiamo avuto chiarimenti sul tipo di assistenza che ha ricevuto alla clinica e su quale problema fosse insorto per indurla a stare così male. Non si può accettare una morte simile. Alessia era una ragazza sana in perfetta forma. Non solo. Poichè aveva programmato e desiderato questo intervento da tempo si era sottoposta a vari controlli e analisi per essere sicura che tutto andasse bene. Oltre ad essere bella, era in ottime condizioni fisiche e anche psicologiche. Era una ragazza sempre di buon umore, solare e piena di vita. Faceva l’estetista e conduceva una vita sana e fatta di buone abitudini.”

Alessia Benincasa

Alessia Benincasa, giornalista del network L'Occhio, è esperta in cronaca nera, politica e inchieste.

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