Cronaca

San Giorgio a Cremano, il sindaco dichiara guerra a barbieri e parrucchieri abusivi

Lotta a barbieri parrucchieri abusivi San Giorgio Cremano. Il sindaco Giorgio Zinno scende in campo a difesa dei commercianti e degli artigiani e  contro coloro che esercitano la professione abusivamente, in particolare barbieri, parrucchieri, estetiste che, in barba alle leggi stanno svolgendo attività presso le private abitazioni.

Barbieri parrucchieri abusivi San Giorgio Cremano, il monito del sindaco

“Denunceremo chi sta violando le leggi – afferma il primo cittadino – in quanto non solo stanno svolgendo abusivamente un’attività, stanno mettendo a rischio la sicurezza sanitaria di tutti e stanno danneggiando artigiani e commercianti che invece sono ancora chiusi, rispettando le norme.  In questi giorni mi sono giunte più segnalazioni, da parte di concittadini e operatori del settore che vi sono parrucchieri, barbieri ed estetisti che contro qualsiasi divieto e con nessun mezzo di protezione esercitano presso le abitazioni abusivamente la professione.

Ho chiesto alla Polizia Municipale di vigilare su tale fenomeno e chiedo ai concittadini di denunciare casi conosciuti in maniera da bloccare questo fenomeno che oltre a danneggiare chi attende onestamente di tornare a lavorare costituisce un vero e proprio pericolo sanitario.

Purtroppo il Governo non ha ancora autorizzato tali attività a riprendere e si spera che invece si scelga di far iniziare il prima possibile tutti coloro che possano garantire, con i dispositivi di difesa individuale, la salute propria e dei clienti”.

L’appello

“Ci vuole rispetto verso i tanti lavoratori fermi che rischiano la chiusura anche a causa di coloro che illegalmente operano la professione presso le abitazioni.

Il Consiglio Comunale in fase di approvazione del bilancio di previsione con responsabilità individuerà tutte le risorse a sostegno delle attività danneggiate integrando le scelte del Governo e della Regione. Chiedo a tutti di non cedere a comportamenti che configurerebbero reato e concorrenza sleale nei confronti di colleghi creando un pericolo sanitario”.


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