Inchiesta

Camorra, i clan più potenti di Portici: il clan Vollaro, la storia

Il clan Vollaro é stato tra i più sanguinari e potenti gruppi criminali della storia della camorra. La sua Roccaforte, Portici, è stata per decenni la cittadella degli affari illeciti dell’organizzazione e teatro di diverse guerre per il comando e il controllo del territorio.

Il resoconto che segue, riguarda la storia del clan Vollaro.

Il clan Vollaro, la storia

Il clan Vollaro venne fondato negli anni ’70 da Luigi Vollaro, detto “O Califfo”, per aver avuto una decina di relazioni e 27 figli. Il clan fu implicato in due guerre di camorra, la prima, tra il ’77 ed il ’97, una guerra intestina che fece circa 20 morti e l’altra negli ultimi mesi del 2001 ed i primi del 2002. Il gruppo Vollaro fu uno dei primi clan che si schierò con Carmine Alfieri, poi pentito, nella lotta alla Nco di Raffaele Cutolo e sempre il clan Vollaro strinse le proprie alleanze con la Fratellanza napoletana. Dopo tre anni di latitanza, lunedí 1º marzo 1982 “O Califfo”, venne arrestato, sospettato di aver ucciso un suo affiliato, Giuseppe Mutillo, 24 anni, assassinato nel 1980. Omicidio per il quale Luigi Vollaro venne condannato all’ ergastolo, condanna passata in definitiva.

Luigi Vollaro
Luigi Vollaro

A questa condanna venne aggiunto, nel 2003, il secondo ergastolo per l’omicidio di Carlo Lardone, altro gregario dei Vollaro. Nel ’92 Luigi Vollaro venne sottoposto al regime del carcere duro, fu uno dei primi boss di camorra per il quale si dispose il 41 bis. Da quel momento la gestione degli affari illeciti passò ai suoi figli Pietro, Giuseppe e Raffaele. Antonio Vollaro, altro figlio del Califfo, che fu sempre estraneo agli affari di famiglia, venne ingiustamente detenuto per anni, per un omicidio commesso dal fratello Ciro, poi diventato collaboratore di giustizia, che con le sue confessioni contribuì a dare un duro colpo alla famiglia. Cinque figli del “Califfo” furono arrestati mercoledì 10 giugno 2009, incluso il reggente del clan, Antonio Vollaro.

L’inchiesta che portò agli arresti mostrò che quasi l’intera città di Portici pagava le estorsione, “il pizzo”, al clan, dai negozi del centro, agli ambulanti. I negozi più ricchi del centro città dovevano pagare tra i 500 e i 2 mila euro al mese, mentre i venditori ambulanti dovevano pagare 30-40 euro a settimana e dovevano essere pagati a Natale e Pasqua anche gli extra delle festività.

Dia
Dia

Il clan rimase attivo, nonostante l’indebolimento rispetto agli anni in cui era dominante nel sud-est di Napoli, e in particolare a Portici. Lunedì 23 dicembre 2019, dopo l’assassinio di Ciro D’Anna, 38 anni, affiliato del clan, emerse la notizia che il clan Vollaro sarebbe stato in guerra con il clan Mazzarella, a causa degli interessi di quest’ultimo nell’espandere i loro territori nella zona di influenza dei Vollaro, ovvero Portici.

Nocs

Nuove generazioni e l’inarrestabile caduta dell’Impero del clan Vollaro

Il modus operandi del clan Vollaro e i durissimi colpi ricevuti dagli interventi delle Forze dello Stato decretarono la fine del clan. Il modo del clan di gestire le proprie zone era feroce e violento. Osservando i loro metodi e come gestivano le aree completamente soggette al fenomeno dell’estorsione, prevalentemente gestite dai membri della famiglia, il clan Vollaro veniva definito, dalle autorità competenti, il clan degli “Accattoni”. Infatti, i suoi affiliati, chiedevano il pizzo anche a modesti ambulanti che in prevalenza erano cittadini extracomunitari.

Luigi Vollaro
Luigi Vollaro

Gli arresti eccellenti

Molti dei 27 figli di Luigi, il defunto capostipite, vennero arrestati e condannati per camorra nel corso degli ultimi decenni. Le nuove generazioni, i nipoti del capoclan, volutamente intrapresero la strada della legalità, allontanandosi dagli affari di famiglia.

Il clan Vollaro oggi

Attualmente sembra che il clan non sia più operativo, o in parte operante in affari di poco conto, ormai soppiantato da nuove leve ed ex affiliati, anche per le lunghe detenzioni degli storici protagonisti e la loro età avanzata.

Gico arresti a Portici

Nel maggio del 2020 vengono tratte in arresto 18 persone affiliate ad una neonata costola del clan Vollaro da loro fondata, la quale aveva stabilito dei contatti con il clan Mazzarella, una volta acerrimi nemici. Al vertice dell’organizzazione vi erano Pasquale Scafo, già da tempo inquadrato quale esponente del clan Vollaro e i suoi figli. Gli arrestati avrebbero imposto la loro presenza sul territorio in maniera particolarmente decisa, allo scopo di soggiogare alla propria volontà gli imprenditori. In un caso, un commerciante sarebbe stato prelevato con la forza, sequestrato, incappucciato e condotto all’interno di un’abitazione, dove gli sarebbe stata presentata una richiesta estorsiva. Tra il 2014 e il 2019, diversi esponenti del “vecchio clan Vollaro” sono stati vittime di agguati mortali.

Portici
Portici

La confisca dei beni piú recenti

A Napoli dalla Polizia di Stato sono stati confiscati al clan beni per 300 mila euro riconducibili ai Vollaro. Nell’ambito di complesse indagini di natura patrimoniale, con lo scopo di aggredire i patrimoni di mafia, il tribunale ha disposto nei confronti di Giuseppina Taurasi, napoletana di 34 anni, la misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per tre anni e la confisca del patrimonio

La relazione Dia

Dalle indagini fatte dalla Dia, contenute nella relazione pubblicata dal Ministero degli Interni, il clan Vollaro é stato quasi del tutto debellato dalle diverse operazioni messe a segno dalle Forze dello Stato. Pochi affiliati e nuove leve cercano periodicamente di rimettere in piedi lo storico clan, ma senza successo. I rimanenti uomini fedeli al clan Vollaro, oggi, permangono solo come sottogruppo, o manovalanza per la gestione di qualche piccola piazza o per “lavoretti” che altri clan delegano, o perché troppo rischiosi, o perché poco remunerativi.

Portici
Portici

Del clan Vollaro restano in attivo cellule che cercano di recuperare i rapporti con il clan Mazzarella, che prima é stato il peggior nemico, ma che secondo la situazione attuale potrebbe essere l’unico modo per riavere i mezzi per una rivalsa. Le ultime indagini della Dia hanno osservato un esiguo gruppo di soggetti ancora fedeli ai Vollaro nel tentativo di acquistare cocaina e armi dal clan Mazzarella. Questo dimostrerebbe un tentativo dei Vollaro di rimettersi in gioco, anche se con mezzi e partner improbabili. Per il momento il disegno non è chiaro. Il clan Vollaro, un tempo tra i più potenti, potrebbe avere carte che non ha ancora giocato e gli “Accattoni’, potrebbero riuscire a ripartire da zero, d’altronde i loro metodi sono sempre stati un po’ particolari, fuori dai canoni, un po’ da “Accattoni”, ma sempre violenti e persuasivi.

Giuseppe De Micco

Giuseppe De Micco è un giornalista di inchiesta. Si occupa soprattutto di criminalità organizzata in Campania

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