Cronaca

Eduardo Granato morto a Napoli: si indaga per istigazione al suicidio

Si infittisce il caso di Eduardo Granato, giovane pizzaiolo morto a Napoli lo scorso 25 gennaio. Un decesso ancora avvolto dal mistero, tant’è che la Procura di Napoli ha deciso di aprire un fascicolo per istigazione al suicidio come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Eduardo Granato morto a Napoli: si indaga per istigazione al suicidio

Orfano, ma accudito da due sorelle maggiori, Eduardo era fidanzato con una ragazza di Matera, ben inserito nell’intero contesto napoletano. Viveva in affitto con la ragazza in una casa di via Tarsia e lavorava come pizzaiolo. Lo scorso 25 gennaio è stato trovato privo di vita in circostanze tutt’altro che chiare. Sarebbe volato giù dal quarto piano, all’interno del cortile di un palazzo storico di via Duomo.

Ma c’è un particolare non insignificante: dopo aver ascoltato tutti i condòmini, dopo aver visionato telecamere e aver esplorato cellulari e messaggistica istantanea, appare chiaro che non ci fosse alcun rapporto tra Eduardo e i residenti nel palazzo in cui è stato trovato morto.

Le indagini

Rivoltasi al Mattino, una delle sorelle di Eduardo ha affermato: “Mio fratello non si è suicidato. Chi lo ha incontrato quella sera, chiunque sappia qualcosa, si passi la mano sul cuore e si faccia avanti“. Quella sera Eduardo aveva incontrato alcuni amici di sempre. Aveva mangiato un panino, bevuto una birra e uno spritz pagando poi il conto per tutti. Un amico in auto lo accompagna fino a piazza Trieste e Trento, dove chiede di scendere dall’auto e di proseguire a piedi, dal momento che la strada era bloccata dal camion della spazzatura.

Poco dopo la mezzanotte salute gli amici e sparisce. È entrato in quell’edificio di via Duomo, è salito al quarto piano, passando per le scale antiche del palazzo. Si sarebbe poi arrampicato su un cornicione per poi lasciarsi cadere, perdendo anche una scarpa. Da allora il nulla. Una vicenda su cui le sorelle di Eduardo non arretrano, di fronte all’impossibilità logica di accettare la tesi di un suicidio, chiedendo di non chiudere il caso.

Redazione L'Occhio di Napoli

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