Cronaca

Incendio a Città della Scienza, la verità del figlio del boss

Dopo dieci anni dall‘incendio a Città della Scienza, il caso non è ancora chiuso: ci sarebbe ancora una questione irrisolta, ovvero il verbale di un pentito ex boss della camorra. I fatti sono avvenuto nel 2013. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Napoli, incendio a Città della Scienza: la verità del figlio del boss

Ci sarebbe un verbale, entrato nella storia di un processo ancora non chiuso nonostante siano passati 10 anni. Si tratta della verità di un pentito, ex boss di camorra, su uno degli episodi più gravi avvenuti negli ultimi anni: l’incendio a Città della Scienza.

L’incendio

I fatti risalgono al 3 marzo del 2013, quando le fiamme hanno distrutto il museo dedicato alla scienza, alla formazione, alla tecnologia. Da allora il processo continua ad andare avanti ed ha portato alla condanna (non ancora definitiva) a cinque anni e quattro mesi per Paolo Cammarota, vigilante di turno quella notte. L’accusa è quella di crollo doloso.

Mentre si arriva alla fine del processo lungo anni, la Procura di Napoli ha messo un punto in avanti nella ricostruzione di quanto avvenuto. Il Pm ha interrogato Felice D’Ausilio, figlio di Domenico, boss storico di Bagnoli. Secondo le ipotesi battute in queste ore, l’incendio sarebbe stato consumato da parte di qualcuno che aveva interesse a rivitalizzare la struttura. Un piano che avrebbe visto attivi soggetti su più livelli: da alcuni dipendenti interni a una regìa più elevata, con il via libera della camorra, su cui oggi potrebbe pesare il racconto del figlio del boss.

Alessia Benincasa

Alessia Benincasa, giornalista del network L'Occhio, è esperta in cronaca nera, politica e inchieste.

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