Cronaca

Intervento record al Santobono di Napoli: robot restituisce l’udito a una bambina di due anni

Intervento record all’ospedale Santobono di Napoli dove grazie all’utilizzo di un robot all’avanguardia è stato restituito l’udito a una bimba di due anni, di origini siciliane. Una novità tecnologica di eccezionale impatto che consente, con esiti senza procedenti, di sconfiggere chirurgicamente la sordità, nello specifico dei bambini.

Santobono di Napoli, restituito l’udito a una bimba grazie ad un robot

Il macchinario è da poco arrivato nella sala operatoria dell’Unità Operativa Complessa di Otorinolaringoiatria e Centro di Riferimento Regionale per gli impianti cocleari in età pediatrica del Santobono-Pausilipon di Napoli, diretto dal professor Antonio Della Volpe, che della piattaforma è l’ideatore in primis e il propulsore.

Dopo l’intervento, terminato con grande successo, la mamma della piccola è scoppiata in un pianto di gioia. Anche il dottor Della Volpe, ha provato un senso di soddisfazione e felicità per aver restituito l’udito a una bambina così piccola.

Le parole del dottor Della Volpe

Queste le sue parole: “È andato tutto bene. Il robot ha fatto per intero il suo dovere. Poche ore fa abbiamo restituito l’udito a una bambina siciliana di due anni e mezzo, affetta da una sordità bilaterale. L’inserimento dell’elettrodo acustico nelle due orecchie è stato soft, come una carezza. Nessun trauma invasivo. Nessuna infiammazione. Sappiamo con certezza che anche gli eventuali successivi interventi, necessari per perpetuare all’infinito la facoltà uditiva, fileranno lisci, grazie al robot, come se a operare fosse una mano di velluto. È la prima volta che in Italia viene effettuato un intervento otologico bilaterale su un bambino con l’ausilio determinante di un robot. Fra quindici giorni la bambina potrà ascoltare per la prima volta le voci dei genitori e del mondo”.

“È il primo robot al mondo usato nella chirurgia otologica”

Come spiegato dal dottor Della Volpe stesso “È il primo robot al mondo che viene utilizzato nella chirurgia otologica. Il vantaggio di un robot negli interventi, che mirano a ripristinare l’udito dei sordi, consiste nella sua altissima precisione e mininvasività nell’introduzione di un elettrodo che ha un diametro di un millimetro e una lunghezza di venti, da inserire in una microstruttura, qual è la coclea, la cui dimensione varia fra i venticinque e i trenta millimetri. Questa delicatissima operazione richiede una precisione esasperata, che i micromovimenti involontari della mano umana non permettono al cento per cento. Il robot consente, invece, di effettuare interventi con una precisione e un’accuratezza mai viste prima, scongiurando il rischio di un danneggiamento, più o meno grave, della struttura particolarmente sensibile della coclea, ovvero della parte più interna dell’orecchio”

Il robot viene manovrato dal chirurgo con un joystick

Il medico del Santobono di Napoli ha spiegato anche come viene usato questo macchinario all’avanguardia. “Il robot non è troppo ingombrante. Ha una base snella con un braccio che viene comandato attraverso un joystick. Ad usare il macchinario è, ovviamente, il chirurgo. Normalmente tutti gli interventi chirurgici dell’orecchio si fanno stando seduti. Il chirurgo in questo caso ha al suo fianco il joystick che gli permette di gestire a suo piacimento i movimenti del braccio tecnologico in forza al robot.” Spiega Antonio Della Volpe.

Il chirurgo conclude : “La mano dell’uomo conserva, almeno a tutt’oggi, un suo ruolo fondamentale. Il robot, abbandonato a sé stesso, non solo non farebbe miracoli, ma non saprebbe neppure da dove cominciare. E altro non fa che introdurre l’elettrodo in modo automatico, senza procurare danno alcuno alle cellule. Il risultato finale è nettamente superiore a quello che si otteneva avvalendosi, dal principio alla fine, soltanto delle mani.”

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