Cronaca
Tendenza

Ucciso per un parcheggio a Torre Annunziata, gip convalida il fermo per i 4 indagati

Confermato il fermo per gli assassini di Maurizio Cerrato, il 61enne ucciso lo scorso 19 aprile a Torre Annunziata

Convalidato il fermo per gli assassini di Maurizio Cerrato, l’uomo ucciso Torre Annunziata lo scorso 19 aprile con una coltellata al petto. Il gip di Torre Annunziata Antonio Fiorentino, ha infatti convalidato il fermo del pm emesso lo scorso 23 aprile nei confronti di Giorgio Scaramella 51 anni, Domenico Scaramella 51 anni, Antonio Venditto, 26 anni e Antonio Cirillo, 33 anni.

Omicidio Maurizio Cerrato, confermato il fermo per gli assassini

I quattro sono accusati dell’omicidio volontario aggravato dai futili motivi di Maurizio Cerrato, avvenuto lo scorso 19 aprile. Il giudice, che ha ritenuto attendibile il racconto della figlia della vittima, Maria Adriana, testimone oculare della tragedia, assimila il comportamento degli indagati a quello delle bestie feroci.

Sebbene ritenga che i quattro abbiano avuto la possibilità di organizzare le modalità del delitto, avvenuto solo per un parcheggio “violato” il giudice per le indagini preliminari, nell’ordinanza, ha escluso l’aggravante della premeditazione come riportato da Il Mattino.

Chi sono gli assassini di Maurizio Cerrato

Tra i fermati c’è il 51enne Domenico Scaramella, arrestato l’ultima volta il 6 marzo del 2019 per effetto di un decreto di fermo emesso dalla Dda in seguito ad una maxi inchiesta sul traffico internazionale di armi. Suo fratello Giorgio Scaramella, 42 anni, è invece incensurato. Lavora come fioraio nei pressi del cimitero dove lo scorso 26 agosto è rimasto illeso in un agguato. Sarebbe stato lui ad istigare il branco a vendicare l’affronto della sedia spostata.

C’è poi il cugino Antonio Cirillo, 33 anni, anch’egli pregiudicato. Sarebbe il pusher del rione Provolera di Torre Annunziata. Negli ultimi anni è stato denunciato due volte per evasione dagli arresti domiciliari. Infine c’è Antonio Venditto, incensurato, ma ritenuto vicino agli ambienti dello spaccio di droga del rione Provolera in virtù di alcune parentele che contano in quegli ambienti.

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