Cronaca

Napoli, gambizzato per difendere lo scooter: parla l’ingegnere ferito

Fabio, l’ingegnere 31enne di Afragola è stato gambizzato per essersi opposto alla rapina del suo scooter a Napoli. Ha rischiato la vita, oggi si trova ricoverato nel reparto di Chirurgia vascolare dell’Ospedale del Mare. Ha superato il primo intervento. Dovrà affrontare una seconda operazione per rimuovere il proiettile dall’arto. La compagna e il suocero di Fabio hanno riportato delle sue dichiarazioni al Mattino.

Napoli, Fabio gambizzato per difendere il suo scooter

Il 31enne di Afragola è stato operato d’urgenza alcuni giorni fa, il primo intervento chirurgico è riuscito alla perfezione. Le condizioni cliniche di Fabio sono rapidamente migliorate, ma ciò non toglie che il suo percorso verso la guarigione necessita ancora di un po’ di tempo.

L’ingegnere si trova ora ricoverato in Chirurgia vascolare e dovrà subire un secondo intervento per rimuovere il proiettile dall’arto. A riportare le sue parole sono la compagna e il suocero raggiunti al telefono dal Mattino.

Parla Fabio, l’ingegnere rimasto ferito a Napoli

Vorrei tornare a casa. Dopo la preoccupazione per le ferite riportate, e i primi giorni di ricovero ospedaliero con la speranza che tutto potesse andare bene, adesso la priorità è tornare alla normalità. La notte non riesco a dormire, se ci ripenso mi vengono gli incubi. Ora desidero solo lasciarmi alle spalle quanto accaduto sperando che nessun’altro debba mai ritrovarsi in una situazione del genere: non è possibile, non si può accettare il fatto che si debba rischiare la vita per uno scooter“. Questo il grande desiderio di Fabio.

Mette i brividi pensare che pochi giorni dopo la sua aggressione, un 20enne di origine lombarde è stato sparato a Napoli, per essersi opposto alla rapina del suo motociclo.

L’ingegnere spiega cosa l’ha spinto a reagire alla rapina: “In quei momenti si reagisce di istinto. Non c’entra il coraggio. Il pensiero principale, quello che ha preso corpo al momento della rapina, riguardava tutti i sacrifici che avevo fatto per comprare lo scooter. Lavoro, sono un ingegnere: in quegli istanti ho visto il rischio che venissero vanificati tutti gli sforzi che avevo fatto”.

“Lo scooter mi serve per percorrere la distanza tra la casa dei miei genitori, al centro storico, e quella dove abito con la mia compagna, in provincia di Napoli. – continua Fabio. – Non sarebbe stato giusto, consegnare non solo la scooter ma soprattutto privarmi della possibilità di raggiungere facilmente la mia famiglia. No, non potevo accettarlo e allora ho reagito ma ho corso un grande rischio”.

Fabio, salvo anche grazie all’intervento del benzinaio

“L’uomo che era alla pompa di benzina mi ha aiutato e ha subito chiamato i soccorsi, intervento fondamentale per la mia salvezza. Avrebbe potuto scappare per la paura e invece non si è mai allontanato. Questo ha significato molto. In quel momento non mi sono sentito solo e vorrei farglielo sapere. Sento l’esigenza di dirgli grazie. Sì, voglio ringraziarlo per non essere fuggito via e avermi aiutato. Chi ha messo in atto quella rapina aveva una pistola ma, nonostante questo, lui non è andato via. Sono stato ferito, ero a terra sanguinante, non so cosa sarebbe potuto accadere. Devo a lui la possibilità di essere stato soccorso velocemente e vorrei che gli giungesse il mio grazie“.

Il suo parere sulle indagini

“È utile che se ne parli ma, allo stesso tempo, alcuni aspetti della vicenda è bene che vengano tutelati per consentire alle indagini di fare il loro corso. Gli investigatori stanno procedendo a gran velocità e ci auguriamo che presto si abbiano delle risposte. Bisogna raccontare ciò che è accaduto basandosi sui fatti e le evidenze ma garantendo sempre il rispetto della privacy delle vittime. Non si tratta solo di un fatto personale, l’importanza delle indagini, e del loro corso, riguarda soprattutto la possibilità che non debba accadere più a nessuno quello che è successo a me”.

“Non si può rischiare la vita per uno scooter. Invece di parlare del coraggio per non aver ceduto il motorino o delle mie reazioni, forse sarebbe il caso di ragionare su quanto sia assurdo essere ferito con un colpo d’arma da fuoco in quelle circostanze. Non si può accettare un episodio così grave”

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